1989: concerto di Paul Mc Cartney. L’inizio era alle 21.00. Mi presento ai cancelli 12 ore prima, stile Fantozzi. Fu una giornata epica.
2020: io sono a casa, ma leggo di file davanti alla Lidl. Gente in attesa per poter acquistare un paio di scarpe.
Non vorrei confondervi con il paragone: la mia esperienza l’ho ricordata solo per far capire che non sono di principio, contrario ad attese di ore per un qualcosa che piaccia. L’ho fatto, per Paul Mc Cartney forse lo rifarei anche oggi. Ma per un paio di scarpe (o per un melafonino) proprio no.
Non mi permetto quindi di giudicare coloro che si sono sorbiti la coda, l’attesa e magari pure il freddo, per comprare le scarpe, ma la domanda che mi faccio è se quelle scarpe siano davvero l’oggetto del desiderio. Faticando, un po’ tanto, riuscirei quasi (quasi!!) a comprendere un ragazzo che si mette in fila la sera prima per portarsi casa per primo l’IPhone, ma per un paio di scarpe da ginnastica… quelle scarpe da ginnastica, va davvero oltre la mia capacità di comprendere.
E lo ripeto: non è un giudizio. Non sono nessuno per potermi permettere di giudicare un’azione che comunque a me non tocca, di un’altra persona. Però qualche domanda me la faccio.
E continuo a farmene dopo aver appreso che, quella scarpa viene poi messa in vendita a 500 euro (pagata se non ho capito male 13 euro) sul web. Mi fa tornare alla memoria la crisi dei bulbi di tulipano in una Olanda di altri tempi.
Eppure è successo. Non in un remoto paese, non dall’altra parte del mondo, ma sotto casa nostra. Che dire… tanta, tanta pubblicità alla Lidl, compreso quello che state leggendo, gratis!