Quante volte avete letto o magari detto questa espressione?
Io l’ho letta centinaia di volte e non dico sempre, ho risposto a chi la scriveva. Mi riferisco, in particolare, a commenti di questa natura a fotografie di zone della città, cambiate nel corso degli anni.
Chi mi segue da tempo saprà che non sono praticamente mai d’accordo: non c’è una zona della Milano di oggi che ieri fosse meglio, almeno per quel che mi riguarda.
Sì, per carità, tutti siamo affezionati a quella città da foto ingiallite o in bianco e nero, tutti ricordiamo con nostalgia le case di ringhiera, l’erba dietro la stazione centrale o altre cose del genere. Ma, come ho spesso scritto, mettendo tutto assieme, vedendo quello che oggi è e confrontando Milano con quelle che era, personalmente non c’è proprio paragone.
E che dire dei tanti, tantissimi commenti a proposito di Gae Aulenti? Chi scrive che era meglio ieri non ha conosciuto la zona prima. Punto. Io, che lì ci sono nato, so come era ieri. E mai nella vita farei cambio: oggi è decisamente meglio.
Parliamo della Darsena? Era meglio l’altro ieri con le chiatte e la sabbia? O ieri con tutto lasciato alla stato brado? Dai, non scherziamo. Potrà non piacere quello che hanno realizzato, ma dire che era meglio prima vuol dire voler essere solo bastian contrari.
Il punto però è un altro: domani, diciamo tra una ventina d’anni, ci capiterà di dire “era meglio prima” intendendo quel prima pensando al covid? Ci domanderemo, vivendo in una città che certamente sarà cambiata ancora, che prima della pandemia era meglio?
Se dovessimo rispondere oggi credo che non ci sarebbe dubbi. Ma visto che di solito devono passare almeno 10 anni prima di poter fare un paragone del genere, mettiamola così: abbiamo più di 3650 giorni per rendere Milano e non solo, ancora più bella e far sì che la vita da queste parti sia quello che tutti vogliamo.
Così domani sarà ancora più bello di oggi.