Il covid ha smorzato per il 2020 la periodica polemica sulle palme in piazza Duomo, ma è bastato un rendering per far tornare l’argomento “Palme a Milano” tra quelli più gettonati, soprattutto tra coloro che queste piante proprio non le sopportano.
Mi riferisco ad un rendering, lo vedete anche qui sotto, presentato come idea per la piazzetta di via San Vittore, interessata dai lavori per la M4.
Sono anni che lo scrivo, da quando Starbucks le ha messe proprio di fronte alla nostra cattedrale, ma ripeto alcuni passaggi che forse non sono ancora chiari a tutti.
Prima di tutto queste palme non sono quelle che trovereste in una oasi nel bel mezzo del deserto: il tipo di palme che abbiamo qui a Milano arrivano da oriente, dalle parti dell’Himalaya. E, secondo, non sono una novità portata dal caffè americano, ma qui a Milano ce ne sono, e tante, da decenni. Secoli anzi.
Non saprei dirvi chi, ma pare che qualcuno le abbia contate: sono 200 su suolo pubblico. E poi un numero, a mio avviso superiore, negli spazi privati: avete presente quei bei palazzi che qui raccontiamo e che incontrate girando per la città e che spesso non mostrano il cortile? Ecco, lì le trovereste. E vanno dal centro alla prima periferia. Insomma, un po’ ovunque.
Certo, poi c’è tutto il discorso del gusto personale. Possono piacere oppure no. E ci mancherebbe altro. Si possono muovere critiche, meglio suggerendo idee alternative, ma la motivazione ” a Milano non c’entrano” è un po’ debole, non vi pare?