A proposito di questa estate tricolore: tutti, chi più chi meno, abbiamo gioito di fronte alle imprese sportive che in questi ultimi due mesi abbiamo ammirato davanti ad un teleschermo.
Dagli Europei alle Olimpiadi, abbiamo visto il nostro tricolore sventolare più in alto di tutti in tante occasioni e ne siamo stati felici oltre che orgogliosi.
Abbiamo letto migliaia di post e commenti euforici per le imprese dei nostri atleti e, sia chiaro, ci siamo uniti a questa gioia. Ma con una punta di tristezza.
Un’estate tricolore: gioiamo ed impariamo
Una tristezza dettata dalla storia, dettata dall’aver purtroppo già visto questa cosa. Aver già avuto la sensazione che l’orgoglio italico si spenga dopo poche settimane dall’ultima “finale”. E questo fa davvero male.
Sì perchè se è vero che quando gioca la Nazionale o i nostri atleti sono impegnati in qualche finale, tutto il Paese si unisce e sente l’appartenenza a questa incredibile Italia, appena tutto finisce, appena i riflettori si spengono, torna l’apatia, torna il non pensare più come Paese ma come individui.
E se un po’ di “tifo” è normale che scemi, l’attaccamento alla maglia, al nostro Paese, questo non dovrebbe mai mutare. Nonostante i mille problemi. Non possiamo essere grandi solo quanto la palla va in rete o si batte un inglese.
Quello che ciascuno di noi dovrebbe sempre ricordare e soprattutto avere nel cuore, è il fatto che l’Italia è un Paese eccezionale, pieno zeppo di talenti, persone, arte, storia… che hanno fatto e fanno invidia al mondo intero, Francia compresa (anche se non lo ammetterà mai).
Ci piacerebbe che ogni giorno tutti fossero consapevoli di questo perchè, permetteteci un parere assolutamente personale, il giorno che troveremo questa via, questo modo di sentirci quello che siamo, italiani, con tutti i nostri grandi valori, allora in quel momento, ne siamo certi, non ce ne sarà per nessun’altro.
A volte ci manca la consapevolezza di chi siamo: è uno dei motivi per cui, seppur limitatamente a Milano, cerchiamo di raccontare la nostra storia, perchè da lì bisogna ripartire. Capendo quale grandissime cose abbiamo fatto per riuscire a farne altre.
Perchè l’Italia, se volesse, non la batterebbe nessuno.