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Ciclo d’incontri su Riccardo Bauer col patrocinio di Fondazione per leggere

Società Umanitaria insieme a “La corrente del Guado” organizza un ciclo d’incontri per ricordare Riccardo Bauer, in occasione della pubblicazione di una parte dell’immensa corrispondenza (oltre 6.000 lettere) nel volume “Riccardo Bauer. Un ideale che diventa destino”.

Si parte il 25 marzo alla Biblioteca Comunale di Corbetta. Interverranno storici, scrittori, amministratori pubblici e attori. L’iniziativa è patrocinata dalla Fondazione per leggere. Di seguito il calendario degli incontri:

Sabato 25 marzo | 10.00
Biblioteca di Corbetta – Piazza 25 aprile,10

Il boemo dagli occhi di ghiaccio

Introduce Francesco Oppi

Con Luca Crovi e Paola Signorino, letture di Roberto Melogli, coordina Claudio A. Colombo

La sua vita è “come quelle dei film”. Lui si chiama Riccardo Bauer (1896-1982), un personaggio che ha attraversato, con le sue scelte, tutto il Novecento (Grande Guerra, antifascismo, Resistenza, Unione Europea, terrorismo e pacifismo), divenendo presto una figura-simbolo della Repubblica.La sua vita è stata contrassegnata da un unico credo: gli ideali di Libertà e Democrazia, per i quali Bauer ha lottato senza sosta per tutta la vita, perché la democrazia non cade dal cielo, ma va conquistata e difesa ogni giorno con impegno, sacrificio e responsabilità.

Per farci entrare nella sua anima di fuoco, per farci scoprire questa anima di fuoco, il boemo dagli occhi di ghiaccio (il padre era un cittadino dell’impero austro-ungarico), sono stati coinvolti la storica Paola Signorino e lo scrittore Luca Crovi, che saranno intervallati dalle letture di Roberto Melogli, che farà rivivere un personaggio incredibile, un intellettuale a 360° gradi, capace di disquisire con competenza di politica, di filosofia, di economia (si era laureato nel ’20 in Bocconi) e di scrivere su riviste e quotidiani: dalle colonne di Rivoluzione liberale (la rivista di Piero Gobetti) o de Il Caffè (il periodico più sequestrato durante il fascismo), come da quelle del Corriere della Sera (sotto la direzione di Mario Borsa prima e di Alberto Cavallari poi). Alla sua morte (15 ottobre 1982) il Presidente della Repubblica Sandro Pertini gli tributò i funerali di Stato.

Giovedì 13 aprile | 21.00
Biblioteca di Inveruno – Largo Sandro Pertini, 2

L’Epistolario tra carcere e confino

Introduce Claudio A. Colombo

Con Sara Bettinelli e Alberto Castelli

 “Più guardo a fondo le cose, più mi trovo in pace con la coscienza, anche se sia una pace che costi cara. Del resto, avete potuto constatare con gli occhi che la salute non mi manca. È la libertà che mi manca”. Così scriveva il 10 gennaio del 1927, in una delle primissime lettere alla famiglia dal carcere di San Donnino di Como, dove Riccardo Bauer (1896-1982) era stato recluso per la sua attività antifascista, in particolare per aver organizzato con Carlo Rosselli e Ferruccio Parri l’espatrio clandestino di Filippo Turati.Grazie alle lettere inedite del suo archivio personale (quasi 1.300 quelle scritte solo da Bauer tra il 1926 e il 1943), in questo incontro ci soffermiamo sul periodo in cui Bauer era etichettato come “pericoloso alla sicurezza pubblica” e quindi fu incarcerato più volte (a Como, Alessandria, e a Regina Coeli a Roma) e mandato al confino politico, a Ustica, Lipari e Ventotene. Il suo calvario inizia che è poco più che trent’enne e termina con la Liberazione, gli ultimi due anni passati ancora in clandestinità, con un incarico importantissimo, alla guida della Giunta Militare del CLN a Roma.A Ustica e Lipari, divide i mesi con Ernesto Rossi, Parri e i fratelli Rosselli, scrivendo ai genitori che “la nostra casa è anche definita “il nastro azzurro”. Siamo in cinque e ci dividiamo ben undici medaglie al valore; senza contare le croci di guerra e le promozioni per merito di guerra” (lettera del 20 gennaio 1928). Gli ultimi anni li passerà a Ventotene, “lo scogliaccio in mezzo al mare, dotato del più perfido clima che immaginar si possa” (lettera alla famiglia del 6 giugno 1940); qui il suo sguardo non si arresta alla sua condizione di prigioniero, ma segue con trepidazione gli avvenimenti esterni, preoccupato per le sorti della sua famiglia: “Questo scacazzino in mezzo al mare rischia d’essere un’oasi di pace nel vasto incendio che par voglia divorare il mondo intero” (lettera del 9 giugno 1940).

Domenica 14 maggio | 16.30
Cascina Guado – Robecchetto con Induno

Una vita per arte, cultura e democrazia

Introduce Francesco Oppi

Con Giorgio Seveso, Jacopo Perazzoli e Paola Signorino, letture di Roberto Melogli e Donatella Tronelli

“Cultura e Democrazia”. È questo il binomio e l’imperativo morale che ha guidato la vita di Riccardo Bauer (1896-1982), dopo aver superato gli anni della dittatura, dopo essere riemerso dai lunghi anni di prigionia e confino, dopo aver partecipato ai lavori dell’Assemblea Costituente. Aveva appena trent’anni quando veniva imprigionato la prima volta (nel 1926), e ne aveva quasi cinquanta quando era tornato a Milano, libero cittadino della Repubblica, per rilanciare la sua Umanitaria, l’istituzione che lo aveva assunto appena laureato, ma che i raid alleati del 1943-44 avevano trasformato in un cumulo di macerie.Da quel momento la sua vita fu contrassegnata da un unico credo: “Cultura e Democrazia”.

Tra i primi provvedimenti la rinascita del Teatro del Popolo, perché solo attraverso la cultura, l’arte e l’educazione si poteva allontanare lo spettro dell’indifferenza, che presto si trasforma in alienazione, omologazione e asservimento. All’ignoranza, alla indifferenza, all’opportunismo conformista (che purtroppo non era scomparso con la caduta del regime), bisognava sostituire lo spirito critico, il libero confronto delle idee, la partecipazione di giovani e meno giovani.

E anche in questo Bauer fu esempio autorevole e indiscusso per la crescita civile del nostro Paese. Proprio come indicava Carlo Ludovico Ragghianti durante l’orazione funebre del 1982: “spero che l’omaggio a Bauer significhi un rinnovato impegno a seguire il suo esempio, perché il cemento morale che ci ha fatto popolo, nazione e repubblica democratica, possa ancora una volta, in un comune concorso di volontà, dare un fondamento alla salvezza della nostra patria”.

Sabato 27 maggio | 17.00
Fondazione Roncalli – Via del Popolo, 17 – Vigevano

Un ideale che diventa destino

Introduce e modera Riccardo Fusco

Con Elisa Signori e Vittorio Poma

Quella che ricordiamo oggi è “una vita dominata da un ideale che diventa destino”. La vita è quella di Riccardo Bauer (1896-1982), un personaggio che ha attraversato, con le sue scelte, sofferte e intransigenti, tutto il Novecento (Grande Guerra, antifascismo, Resistenza, terrorismo e pacifismo), divenendo presto una figura-simbolo della Repubblica. “Mi sono buttato nella lotta politica per la necessità di reagire al senso di soffocazione morale che gli avvenimenti determinavano in me” (come confessava alla famiglia il 23 maggio 1927 dal confino di Ustica). L’ideale che diventa destino, la sua stella polare, è la dialettica fra libertà, democrazia, tolleranza, giustizia sociale, valori e principi-guida di una vita intera.

“Mai forse come in questi giorni mi è avvenuto di possedere perfetta coscienza della saldezza, della validità dei principii ideali ai quali tutto il mio spirito si volge” (lettera del 2 ottobre 1938 alla famiglia, dal carcere di Regina Coeli). Per farci entrare nella sua anima di fuoco, quella di chi, mai, ha abdicato ai suoi principi, sono stati coinvolti due storici – Elisa Signori e Vittorio Poma – che avranno il compito di focalizzare i loro interventi sul percorso umano e professionale di un protagonista indiscusso della storia d’Italia. Un vero eroe del nostro tempo, un autentico padre della patria, ma anche un personaggio scomodo, difficilmente classificabile, se non come autorevole e corrosivo osservatore della vita politica, perentorio nei suoi giudizi, che gli costarono – soprattutto negli ultimi anni di vita – un isolamento forzoso, recuperato, in parte, dai funerali di Stato alla presenza delle massime autorità, tra cui il Presidente della Repubblica Sandro Pertini e il Presidente del Consiglio Giovanni Spadolini.

Giovedì 15 giugno | 21.00
Biblioteca di Abbiategrasso – Castello visconteo

Il coraggio della coerenza

Introduce Francesco Oppi

Con Cesare Nai e Andrea Ricciardi, letture di Silvano Piccardi e Irina Lorandi, coordina Claudio A. Colombo

La sua vita è stata contrassegnata da un unico credo: gli ideali di Libertà e Democrazia, per i quali Ricardo Bauer (1896-1982) ha lottato senza sosta per tutta la sua esistenza, lottando contro la dittatura e impegnandosi per costruire la Repubblica, consapevole che la democrazia non cade dal cielo, ma va conquistata e difesa ogni giorno con impegno, sacrificio e responsabilità. Grazie agli interventi del Sindaco Cesare Naj e dello storico Andrea Ricciardi, e grazie alle letture di due professionisti del calibro di Irina Lorandi e Silvano Piccardi, viene delineato il suo impegno civile e la Weltanshauung, che ha segnato la vita di Bauer: patriota interventista (medaglia al valore e croce al merito per le ferite di guerra), antifascista militante, condannato politico (oltre 15 anni passati tra carcere e confino), fondatore del Partito d’Azione, combattente per la libertà durante la Resistenza, grande educatore civile, Riccardo Bauer è uno di quei personaggi, purtroppo dimenticati, che per le loro scelte, le loro battaglie, il loro esempio rientrano di diritto nell’Olimpo dei padri della patria.Uomini e donne che come lui non abdicarono mai dai loro valori, impegnandosi sempre in prima persona per difendere e garantire gli ideali di libertà e giustizia, senza pregiudizi e senza ipocrisie: soprattutto in un Paese in balìa di tutte “le tare da cui il fascismo è stato generato: scetticismo, furberia, conformismo” (lettera del 10 dicembre 1952).

 

Per informazioni:

Associazione La corrente del Guado, guadoofficinecreative@gmail.com

Società Umanitaria, umanitaria@umanitaria.it

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