Villa Pliniana, Torno, Lago di Como. Qui si trova la residenza del fu Giovanni Anguissola che ospitò illustri personaggi e si tinse di tinte forti quando vi giunsero il conte Emilio Barbiano di Belgiojoso e la principessa Anne-Marie Berthier travolti da una travolgente e incontenibile passione d’amore. Ma andiamo con ordine.
Villa Pliniana prende il nome da Plinio il Giovane che, in una lettera indirizzata all’amico Licio Licinio Sura, parla di una fonte carsica a intermittenza situata nel luogo dove oggi sorge la villa. Successivamente Leonardo da Vinci parlò della stessa fonte nel Codice Atlantico e nel Codice Leicester.
In epoca medievale qui si trovavano dei mulini e degli impianti per la lavorazione della lana. L’edificazione della villa avvenne nel 1573 per volere del conte Giovanni Anguissola, governatore di Como. Dopo aver ordito la congiura contro il duca di Parma e Piacenza e avendo causato la sua morte pugnalandolo, pensò che sarebbe stato meglio ritirarsi in una villa-fortezza fuori città.
I lavori vennero affidati all’architetto Giovanni Antonio Piotti e finirono nel 1577. Il conte ne potette godere per poco tempo, infatti l’anno successivo morì. Villa Pliniana venne così venduta, nel 1590, a Pirro I Visconti Borromeo che la trasformò in una sontuosa residenza e, nel 1676, alla famiglia comense dei Canarisi che ne rimase proprietaria fino all’inizio del XIX secolo.
Villa Pliniana, se quei muri potessero parlare
Nel 1840 la proprietà venne acquistata dal principe Emilio Barbiano di Belgiojoso d’Este. Villa Pliniana diventò a tutti gli effetti un’alcova della perdizione. Il Principe, sposato da una paio d’anni con la marchesa Cristina Trivulzio, perse letteralmente la testa per la principessa Anne-Marie Berthier, sposata anch’essa col duca di Plaisance, lasciando la marchesa nel suo castello di Locate di Triulzi.
Otto anni passarono chiusi fra quelle mura in un quasi totale isolamento dove si dedicarono unicamente al lascivo piacere. Di loro si narra che tutte le notti, al ritoccare della mezzanotte, si gettassero insieme dalla loggia nel lago avvolti nudi in un lenzuolo per placare la febbre d’amore che li divorava. Chi li scorgeva dall’altra sponda pensò di vedere una presenza eterea e da allora si è diffusa la credenza che nella Villa Pliniana si aggiri un fantasma. Forse quello dell’Anguissola, forse quello del Duca di Parma e Piacenza o forse di chissà chi …
La villa ospitò diversi personaggi illustri tra cui monarchi come Napoleone, Giuseppe II e la regina Margherita di Savoia, scienziati come Alessandro Volta e Lazzaro Spallanzani, musicisti come Franz Liszt, Gioachino Rossini e Giacomo Puccini, scrittori e poeti come Stendhal, Ugo Foscolo, Berchet, Alessandro Manzoni, Antonio Fogazzaro, Shelley e George Byron.
Villa Pliniana, dopo un periodo di abbandono e decadenza, è lentamente tornata allo splendore di un tempo.Il merito è della famiglia Ottolenghi che, dopo averla acquistata si è fatta carico di diversi interventi di restauro protrattisi per circa trent’anni. Oggi la villa è diventata un lussuosissimo hotel a cinque stelle.