La lunga strada che oggi chiamiamo Corso Buenos Aires, in origine era denominato Corso Loreto o lo stradone di Loreto, poiché nelle sue vicinanze sorgeva una chiesa dedicata a Santa Maria Loreto voluta da San Carlo Borromeo e costruita agli inizi del 1600
Era molto molto diverso rispetto a quello che vediamo oggi: era infatti fiancheggiato da una fila di pioppi su entrambi i lati per tutta la sua estensione, e conduceva verso Monza, Lecco e Bergamo.
Nel 1906, in occasione dell’Esposizione Universale, il cui tema era incentrato sui trasporti, il viale fu ufficialmente ribattezzato Corso Buenos Aires.
Il sindaco dell’epoca, Ettore Ponti, intendeva promuovere un’immagine più internazionale della città, commemorando la massiccia emigrazione degli italiani nei paesi sudamericani. Così nacquero Piazza Argentina e Piazza Lima, e il viale fu dedicato alla capitale dell’Argentina.
Altra differenza rispetto ad oggi, il Corso era attraversato anche dalla ferrovia fino agli anni Trenta, con un ponte ferroviario situato all’altezza di Viale Tunisia, che determinava anche una modifica del paesaggio urbano del viale. Nella sua parte iniziale, il Corso era alberato con piccole piante che avevano preso il posto dei pioppi, mentre oltre il ponte ferroviario, il viale diventava più stretto e privo di alberature.
Corso Buenos Aires, un salto in sudamerica?
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I lavori per la costruzione della metropolitana iniziarono nel 1958, con le fermate previste a Porta Venezia, Lima e Loreto. Da quel momento iniziò il vero sviluppo del Corso, nonostante fosse sempre stata una delle arterie commerciali più importanti della città. Grazie alla sua lunghezza di circa 1.600 metri, al suo sviluppo rettilineo e alla varietà di negozi presenti, il Corso è spesso paragonato alla Fifth Avenue di New York.
Nel corso degli anni, la presenza dei marchi più rinomati a livello internazionale è aumentata, al punto che l’intera area è stata definita il più grande centro commerciale all’aperto d’Europa.
Armatevi di pazienza quindi se decidete di farlo tutto, da porta Venezia a piazzale Loreto.
Già che ci siamo, sbirciamo anche qui vicino, per la precisione in viale Tunisia (altro nome di paese estero). Una delle prima cose che incontriamo, venendo proprio da corso Buenos Aires è il Lazzaretto o per lo meno quello che rimane del grande recinto che si sviluppava lungo le odierne vie Lazzareto, San Gregorio, Vittorio Veneto e Buenos Aires.
Voluto da Ludovico il Moro e realizzato da Lazzaro (!!) Palazzi era un edificio molto grande con al centro una cappella, in seguito sostituita con la contro riforma dalla chiesa di San Carlo al Lazzaretto. Quest’ultima, e ad onor del vero anche un breve tratto di fabbricato in via San Gregorio, è tutto quello che possiamo vedere oggi giorno.
Rimaniamo su viale Tunisia con la promesso di girare le altre vie nel prossimo itinerario e andiamo a vedere una costruzione più recente, ma importante: la piscina Cozzi. E’ stato il primo impianto natatorio al coperto costruito a Milano nel 1934. Dotato di tribune, fatto nuovo all’epoca e di un tetto che poteva aprirsi, con i suoi 33 metri di lunghezza è stato ed è tutt’ora un centro sportivo molto frequentato.