Pozzo d’Adda, piccolo centro situato nella zona orientale della provincia di Milano, deve il suo nome alla conformazione alluvionale del suo territorio in cui sono presenti numerosi pozzi.
Le sue radici affondano nell’antichità, quando, posizionato vicino alla via che univa le città di Milano e Bergamo, era probabilmente già segnato sulle mappe di epoca imperiale romana, con la possibile presenza di una stazione di ristoro ivi presente lungo il percorso.
La sua storia documentata risale al 1252, quando compare in un antico scritto riguardante una compravendita di terreni tra il Monastero di Sant’Ambrogio e un proprietario locale, che si definisce residente a “Pozzo di Vaprio“. In quel periodo, Pozzo era sotto l’egida di Vaprio d’Adda, ma nel corso del XIII secolo acquisì autonomia, diventando un comune a sé stante. Solo nel 1862, la denominazione “d’Adda” fu aggiunta al suo nome, in omaggio alla famiglia nobiliare che ne possedeva i diritti feudali.
Pozzo d’Adda, un crocevia di storia e commercio
La sua collocazione geografica, equidistante tra Bergamo e Milano, a circa 25 chilometri a nord-est del capoluogo, lo ha reso un crocevia di storia e commercio nel corso dei secoli. Pozzo d’Adda è cresciuto mantenendo salda la sua identità agricola fino al XX secolo, quando l’arrivo di grandi industrie metalmeccaniche e artigiane ha portato a una trasformazione economica significativa.
La presenza di due chiese, entrambe dedicate a Sant’Antonio Abate, testimonia la profonda radice religiosa della comunità. La vecchia chiesa, risalente al XVI secolo e rimaneggiata in stile barocco nel Seicento, è ora un edificio polifunzionale che ospita il centro culturale Lumen Gentium. La nuova chiesa, consacrata nel 1901, è diventata il principale luogo di culto per la comunità.
Ogni 17 Gennaio, in occasione della festa di Sant’Antonio Abate, la tradizione locale prevede la benedizione degli animali e delle automobili, seguita da festeggiamenti che culminano con l’accensione di un falò.
Pozzo d’Adda, con la sua storia millenaria e il suo patrimonio culturale, continua ad essere un punto di riferimento per la comunità locale e un luogo di interesse per chiunque voglia scoprire le radici storiche della Lombardia.