E’ passato un anno da quel primo caso di Codogno. Un caso che, non ho ricordi nitidi al riguardo, mi pareva strano ma che tutto sommato non mi aveva preoccupato così tanto.
Ho riletto pochi giorni fa quanto avevo scritto, in pieno lockdown: ho quasi sorriso per l’ingenuità di quelle parole. Pensavo, pensate un po’, che dopo qualche settimana di chiusura totale, al massimo entro la primavera, tutto sarebbe tornato alla normalità.
Sono passati 365 giorni ed eccoci ancora qui a parlare ogni giorno di zone “a colori”, dell’idea di qualcuno di un nuovo lockdown, di contagi e varianti. Un anno. 12 mesi.
Non so voi, ma questo 12 mesi mi sembrano infinitamente veloci. Un gioco di parole perchè se da un lato sento addosso il peso di questi mesi passati un po’ chiuso in casa, un po’ limitato nel fare, dall’altro lato non ho la percezione che sia passato davvero un anno.
Poco importa però: quel che è certo, e questa la sensazione che ho maggiormente, questi 12 mesi sono andati e un po’ mi sembra di averli buttati. E, soprattutto, nessuno ce li farà vivere ancora
Cosa aspettarci quindi per il “domani”? Vai a saperlo sarebbe la prima risposta che mi verrebbe da dare, ma non mi pare, come dire, esauriente. Allora rileggo quello che ho scritto un anno fa, con le mie previsioni. E deciso di stare zitto.