Ernesto Belloni è stato il primo Podestà di Milano nominato dal partito fascista con decreto reale, rimasto alla guida della città dall’agosto del 1926 al settembre del 1928.
Nato a Pavia il 23 agosto 1883 studiò chimica e si laureò in chimica farmaceutica. Diventò docente di chimica industriale ed entrò nel Comitato Chimico del CNR. Entrato nel Partito Nazionale Fascista nel 1919 divenne deputato al Parlamento nel 1924.
Nel settembre del ‘26 venne nominato commissario prefettizio di Milano, tre mesi più tardi diventò Podestà con decreto reale. Fu promotore di un’autarchia industriale, in particolar modo nel settore dell’industria chimica che aveva bisogno di stanziamenti finanziari in previsione di futuri avvenimenti bellici.
Sotto il governo guidato da Ernesto Belloni Milano andò incontro a diverse trasformazioni ordinate direttamente da Mussolini con cui il Podestà ebbe un rapporto diretto, anche tramite Arnaldo, il fratello del Duce.
Milano venne ingrandita con l’annessione dei comuni di Affori, Baggio, Chiaravalle, Crescenzago, Gorla, Precotto, Lambrate, Niguarda, Trenno e Vigentino.
Vennero fatti ampliamenti e trasformazioni della rete tranviaria e rinnovate le vetture. Piazza Duomo venne ridisegnata, furono tolte le rotaie dei tram e cambiato il sagrato della cattedrale, su progetto dell’architetto Portaluppi.
Nel 1926 venne inaugurato lo stadio di San Siro, progettato dall’architetto Ulisse Stacchini e dall’ing. Alberto Cugini, con una partita amichevole Milan-Inter. L’anno successivo furono avviati i lavori per la nuova Piazza Affari e per il nuovo Palazzo della Borsa di Paolo Mezzanotte, fu anche inaugurato il Politecnico in Città Studi.
Secondo gli avversari politici il Podestà era un pessimo amministratore che faceva eseguire lavori non necessari allo scopo di incassare tangenti. Il bilancio comunale parlava da solo: si passò da un deficit di 60 a 185 milioni di lire tra il 1926 e il 1927.
Ernesto Belloni mentre era alla guida della città, amministrava anche altre aziende fra cui alcune fornitrici di beni di pubblica utilità che, inevitabilmente, portarono ad episodi di conflitto di interessi. Roberto Farinacci, membro intransigente del partito fascista, denunciò alcune manovre illecite che portarono a benefici provenienti da accordi presi tra il comune ed alcune banche.
La denuncia portò ad un processo che provocò la destituzione di Ernesto Belloni come Podestà nel 1928 e la sua espulsione dal partito nel 1930. Venne confinato per cinque anni a Vietri nel salernitano conclusi i quali tornò a Milano dove morì il 23 novembre 1938.