Per chi non mi avesse mai letto: non seguo il calcio, non sono un tifoso e soprattutto sono rimasto indietro nel tempo: per me potrebbero esserci in campo ancora Baresi, Zenga e Platini.
Detto questo, ieri per la prima volta dopo tanto tempo, ho avuto l’impressione che le discussioni e gli argomenti trattati a voce, sui social, in tv e nei giornali, non fossero quelli legati al covid, onnipresenti da un anno abbondante a questa parte, ma che tutti parlassero di questa Superlega.
Un amico, esperto del settore, ha pure cercato di spiegarmi di cosa si tratta: mentirei se dicessi che mi è chiaro. Ma non importa: la riflessione che ho fatto è la medesima che, in altre circostanze ed in altri momenti “storici” ho avuto modo di scrivere e soprattutto pensare altre volte. Basta qualche cosa sul calcio e la gente dimentica il resto.
Detta così sembra una banalità e forse lo è anche: è indubbio però che il pallone è sempre stato argomento di discussione che ha spesso monopolizzato schermi, monitor e bar.
Ora: se in altre circostanza ho vissuto questa cosa in senso negativo, pensando che in fondo è solo un gioco ed in fin dei conti non è che debba assorbire così tante attenzioni, in questo caso specifico sono quasi contento: contento che un argomento diverso rispetto ai bollettini, ai morti ed alle terapie intensive, abbia occupato la giornata (oggi bis??). Che le persone abbiano potuto pensare ad altro, magari (come immagino) discutere sulle varie posizioni pro o contro.
Mi si potrà rimproverare che il mio è un pensiero che si contraddice da solo: in parte è vero. Credo sempre che le informazioni utili per le discussioni che possano poi portare ad uno scambio di opinioni costruttive debbano essere cercato in altri argomenti che non sia sempre e solo il calcio, ma in un periodo come questo nel quale, onestamente, quello che si legge fa solo preoccupare e nel migliore dei casi, accendere una speranza senza però avere una data certa, ecco allora meglio parlare per un giorno si Super Lega. Qualsiasi cosa sia!