venerdì,22 Novembre,2024
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Cappella Torelli, detta anche Cappella di San Domenico

Proseguiamo la nostra visita all’interno di Sant’Eustorgio e raggiungiamo la Cappella Torelli situata subito dopo la Cappella Brivio.

Caratterizzata da una volta finemente affrescata, custodisce sulla sinistra il monumento funebre a Pietro Torelli, fatto erigere dal padre Guido in onore del figlio prematuramente scomparso all’età di diciotto anni.

I Torelli erano una nobile famiglia mantovana che si distinse al servizio dei Gonzaga. Guido Torelli era un condottiero e capitano di ventura che si batté in difesa dei Signori di Mantova. Alleatosi coi Visconti nel 1406, venne ricompensato per la sua fedeltà con l’investitura dei feudi di Montechiarugolo e Guastalla.

Successivamente Filippo Maria Visconti elevò i due feudi a contea e assegnò a Guido Torelli i territori di Casei Gerola, Cornale, Settimo e Villareggio. Il condottiero stabilì la sua residenza a Milano.

Cappella Torelli dallo stile gotico venne fatta costruire tra il 1422 e il 1439. Il monumento sepolcrale in marmo bianco è costituito da sei colonne tortili poggianti a coppie su tre leoni accucciati stilofori. Le colonne reggono il sarcofago sulla cui copertura è scolpito il corpo di Pietro Torelli che, per la sua posizione sopraelevata, non è facilmente osservabile.

Cappella Torelli e le sue nicchie

Si vedono bene invece gli ornamenti frontali dell’arca che è suddivisa in cinque nicchie: in quella centrale è scolpita la Madonna con in braccio il Bambino che accarezza, con un gesto amorevole e materno, la testa di Pietro Torelli inginocchiato ai suoi piedi. Le nicchie ai lati contengono raffigurazioni di Santi.

Più in alto, sopra il defunto, si trova una struttura a baldacchino dove due angeli tengono sollevato un drappo. Sull’apice è collocato un tempietto con colonne tortili sotto cui è seduto Dio Padre benedicente. L’opera è attribuita a Jacopino da Tradate.

Gli affreschi della volta e delle pareti sono di epoca successiva, risalgono infatti al 1636 e sono stati eseguiti da Giovanni Mauro della Rovere, meglio conosciuto come il Fiamminghino.

L’ara compresa tra le due finestre è ancora più recente, risale al XVIII secolo: è l’altare di San Domenico. La Cappella Torelli, proprio per la presenza di questa edicola, è detta anche Cappella di San Domenico.

Cappella Torelli - foto di G.dallorto
Cappella Torelli – foto di G.dallorto
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