Piero Parini fu Podestà di Milano tra l’ottobre del 1943 e il maggio del 1944. Entrò in carica dopo Gian Giacomo Gallarati Scotti, immediatamente dopo la breve transizione del Commissario prefettizio Giorgio Boltraffio.
Nato a Milano il 13 novembre 1894 dopo gli studi diventò redattore del quotidiano milanese La Perseveranza. Entrò nell’esercito e partecipò alla Prima Guerra Mondiale come fante e pilota aviatore. Terminato il conflitto tornò al suo lavoro come caporedattore dei servizi esteri del Popolo d’Italia.
Unitosi al Fascio milanese, nel 1928 venne mandato in un primo momento ad Aleppo in Siria come Segretario dei Fasci Italiani all’estero. Successivamente si spostò in Etiopia dove formò la 221° Legione Camicie nere, costituita dai volontari dei fasci all’estero, e la guidò alla conquista di Dire Daua. Per questa impresa venne premiato con una medaglia d’argento al valore militare.
Negli anni successivi Piero Parini si recò al Cairo come Ministro d’Italia e in Estremo Oriente per stipulare un trattato di navigazione aerea civile per conto della società Ala Littoria. Successivamente si spostò in Albania come ispettore del Fascio Albanese e come Consigliere del Presidente del Consiglio dei Ministri Shevqet Verlaci diventando poi segretario generale della Luogotenenza Generale Albanese. Dopo l’invasione in Grecia venne nominato Commissario per gli Affari Civili delle isole Jonie.
Tornato in Italia Piero Parini entrò in contatto con Francesco Maria Barracu, sottosegretario alla presidenza del Consiglio del governo Fascista Repubblicano, che gli propose la carica di Podestà di Milano. Pietro Parini accettò e portò avanti una politica orientata alla conservazione dell’ordine pubblico che tuttavia non ebbe vita facile, vista la presenza ingombrante di correnti squadriste a Milano.
Per far fronte al pesante deficit delle casse comunali lanciò una sottoscrizione chiamata “Città di Milano” per un prestito pubblico da un miliardo di lire noto come Prestito Parini. La cifra non solo fu raggiunta ma anche superata: il Comune di Milano incassò 1.056.000.000 Lire.
Piero Parini e le mense comuni
L’operato indulgente del Podestà andò in conflitto con i rigidi metodi del Fascio milanese. Piero Parini, con spirito di solidarietà sociale, creò ben 10 mense comuni sparse in tutta la città in grado di fornire circa 50.000 pasti caldi giornalieri a prezzi irrisori per aiutare concretamente le persone povere. Mise inoltre a rischio la sua vita dando protezione ad un gruppo di ebrei nascondendoli nel palazzo della Prefettura.
Spinto dal clima sfavorevole e osteggiato su più fronti, il 5 agosto del ‘44 il Piero Parini chiese al Ministro dell’Interno di essere sostituito. Tre giorni dopo un camion tedesco subì un attentato in viale Abruzzi provocando 17 vittime civili tra morti e feriti, senza coinvolgere nessun soldato tedesco. Nonostante ciò la reazione fu brutale: vennero prelevati a caso 15 antifascisti dal carcere di San Vittore, portati in piazzale Loreto e fucilati da un plotone di esecuzione tra i cui elementi figuravano membri del fascismo milanese.
Piero Parini rassegnò dimissioni irrevocabili e si accostò al Raggruppamento Nazionale Repubblicano Socialista. Fu accusato di collaborazionismo, processato dalla Corte d’Assise straordinaria di Milano e condannato a 8 anni e 4 mesi per aver ricoperto incarichi di rilievo nella Repubblica Sociale Italiana. Dopo il ricorso in Cassazione venne condannato a tre anni che, con l’amnistia Togliatti, vennero interamente condonati.
Poco prima del responso del tribunale Piero Parini, in libertà provvisoria, riparò in Argentina. Rientrato in Italia dopo qualche anno, fu messo alla direzione di una società di distribuzione del gas e, nel 1956, fu eletto consigliere comunale nella lista del Movimento Sociale Italiano.
Ritiratosi a vita privata morì ad Atene il 23 Agosto 1993.