Cappella Portinari, la Milano che non ti aspetti. Raggiunta la chiesa di Sant’ Eustorgio, altro punto di enorme interesse in città, ci si inoltra oltre l’abside, dove si rivela un vero e proprio tesoro nazionale.
La Cappella Portinari è uno dei punti più alti del primo rinascimento italiano. Probabilmente opera di Guiniforte Solari, a volerla è Pigello Portinari. Non un tizio qualunque, ma il “direttore di filiale” del Banco Mediceo che a Milano aveva sede in via Bossi. Della sede resta poco, oltre lo splendido portale conservato ai musei del castello, ma la Cappella per fortuna si conserva come meglio non potrebbe.
Cappella Portinari, un tesoro nazionale
Qui il Portinari viene sepolto sotto gli affreschi coloratissimi e delicati del Foppa in un sarcofago monumentale opera di Giovanni di Balduccio, allievo del Pisano.
La ricchezza e la bellezza della corte rinascimentale sforzesca ha nei suoi riferimenti proprio la Cappella Portinari, ispirata alla Sacrestia Vecchia fiorentina, ma un progetto lombardo, con l’utilizzo del cotto come da tradizione, anziché il marmo. Rilettura che troviamo anche nella pittura, meno geometrica, più sfumata grazie alle atmosfere lombarde. Da qui la cosiddetta prospettiva lombarda.
Un legame strettissimo quello tra Milano e la Firenze dei Medici ha in questo monumento la testimonianza migliore.
Per capire Milano non si può prescindere da una visita a questo tesoro.