Andare a castagne: quando ero bambino era un appuntamento fisso. Ogni anno, magari anche più di una volta, appena arrivava il momento, sabato o domenica che fosse, si andava a fare una “gita” con sacchi alla mano pronti a fare incetta.
Sono passati tanti anni, ma quelli giornate le ricordo bene: non c’era volta che mia madre non si raccomandasse di stare attento ai ricci (già da piccolo ero allergico ai guanti) e puntualmente mi pungevo n volte. Ma che soddisfazione poi cucinarle quando si rientrava! Sì, per me era davvero bello andare a castagne!
Ci sono stati anni talmente buoni dal punto di vista della raccolta che le si regalavano ai vicini, consapevoli che tutte non saremmo riusciti a mangiarle.
E poi, che accadde? Arrivò Chernobil e, ammesso fosse vero, dissero che non era il caso di mangiare anche le castagne. Non andammo più.
Andare a castagne: si fa ancora?
Ogni anno ci penso: l’occasione oggi me l’ha data una nonna che, parlando con la nipotina, le ha detto “la scuola inizia quando arrivano le castagne”. Non ci avevo mai pensato. Ma è vero: per lo meno qui sotto caso vedo, a pochi giorni dall’inizio delle lezioni, un sacco di castagne, quelle matte, in mezzo alle stradine del parchetto.
Ma radiazioni a parte, oggi c’è ancora chi va a castagne? So di persone che vanno a funghi, ma non mi capita più di sentire qualcuno che dice che va in collina a raccogliere castagne.
Voi che dite? Ci andate? Conoscete qualcuno che ha mantenuto questa abitudine?