Chiunque sia stato in piazza Duomo a Milano ha avuto modo di vedere la possente statua equestre di Vittorio Emanuele II. Vista e con ogni probabilità non osservata perché, senza dubbio, catturato dalla magnificenza della Cattedrale.
Collocata al centro della piazza ristrutturata nella sua fisionomia attuale dall’architetto Giuseppe Mengoni tra il 1865 e il 1873, la statua equestre di Vittorio Emanuele II fu commissionata allo scultore Ercole Rosa da Re Umberto I alla morte del padre avvenuta nel 1878.
La realizzazione della statua, facente parte di un gruppo scultoreo, si prolungò nel tempo. La morte di Rosa, avvenuta nel 1893, provocò un rallentamento nell’esecuzione dei lavori che vennero portati a termine dai fratelli Barzaghi, sotto la direzione dello scultore Ettore Ferrari.
Statua equestre di Vittorio Emanuele II
La statua in bronzo coglie Vittorio Emanuele II nell’attimo in cui frena improvvisamente il cavallo per voltarsi ad incitare i suoi soldati prima della battaglia di San Martino, ultimo scontro della Seconda Guerra d’Indipendenza avvenuto il 24 giugno del 1859.
Posta su un basamento in granito rosso la statua equestre di Vittorio Emanuele II si eleva sopra un piedistallo di marmo di Carrara, su cui è posto un rilievo che raffigura l’ingresso delle truppe piemontesi a Milano dopo la battaglia di Magenta.
Sul basamento sono poste due incisioni: “giugno 1859” in memoria dell’ingresso del Re a Milano e “14 giugno 1896” in riferimento alla data di inaugurazione del monumento. Ai lati, adagiati sul pianale dei gradini, due leoni che posano ciascuno una zampa su una targa con inciso Roma da una parte e Milano dall’altra, in riferimento alle grandi conquiste risorgimentali.
A Vittorio Emanuele II, primo Re d’Italia, oltre alla statua è intitolata la famosa Galleria che da piazza Duomo porta in piazza della Scala e il Corso che da piazza Duomo conduce in piazza San Babila.