Olimpiadi Milano-Cortina 2026: martedì 14 dicembre a Palazzo Lombardia si è tenuto l’incontro ‘Territori Olimpici: la Lombardia protagonista’.
Il Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana ha ricevuto il presidente del Coni Giovanni Malagò, il viceministro per le infrastrutture Alessandro Morelli, l’assessore allo Sviluppo Città metropolitana, Giovani e Comunicazione Stefano Bolognini, l’assessore alle Infrastrutture, Trasporti e Mobilità sostenibile Claudia Maria Terzi, l’assessore al Turismo, Marketing territoriale e Moda Lara Magoni, il sottosegretario allo Sport, Olimpiadi 2026 e Grandi eventi Antonio Rossi e diversi stakeholder.
“Non guardiamo ai Giochi Invernali 2026 come ad un evento che inizia e finisce con il mese olimpico, ma come ad un percorso lungo un quinquennio che è già cominciato” ha dichiarato Attilio Fontana “Con la preparazione del territorio, degli enti, dei soggetti interessati all’evento e delle aree lombarde che saranno toccate e migliorate grazie ai tanti progetti, in termini di infrastrutturazione, turismo, commercio, cultura”.
Olimpiadi Milano-Cortina 2026, lavori in corso
“La grande scommessa, a livello di infrastrutture, delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026, sarà quella di avvicinare il più possibile le distanze di Milano con Bormio e di Venezia con Cortina” ha detto il presidente del Coni Giovanni Malagò e ha aggiunto: “la nostra Olimpiade sarà quella a più basso costo di sempre. Abbiamo perso un anno e otto mesi, ma negli ultimi otto mesi il governo Draghi ha accelerato i termini e oggi stiamo brindando perché abbiamo costituito la società che dovrà realizzare le infrastrutture”.
I tempi sono stretti e gli obblighi contrattuali impongono dei test event per verificare che sia tutto a norma e perfettamente funzionante. Per questo gli impianti devono essere ultimati entro gennaio 2025.
Un tempo limitato e minato dal ritardo per la realizzazione del Palazzetto del Ghiaccio su cui Giovanni Malagò ha commentato “E’ il problema in assoluto più significativo del dossier olimpico in termini temporali. Questo è un dato di fatto.” Il ritardo è provocato principalmente dal ricorso pendente nei confronti dell’azienda che dovrebbe realizzare e gestire l’impianto.
“Mi sembra evidente che in altri paesi quello che succede qui da noi onestamente non succede su questo tipo di situazione, forse perché sono stati chiariti a monte” ha concluso Malagò.