Nuova chiusura: il cinema Arlecchino, la storica sala di via San Pietro all’Orto, abbassa le serrande.
Nell’ultimo ventennio sono diversi i cinema che hanno chiuso i battenti. Tra questi il President, l’Orchidea, il Maestoso, il Manzoni e l’Apollo, solo per citarne alcuni. Tendenza che evidenzia la forte crisi del settore che nel 2021 ha registrato un calo medio di presenze del 70% rispetto al 2019.
“Siamo l’unico paese d’Europa che con il cinema nel 2021 ha fatto peggio che nel 2020. È l’unico paese dove l’audiovisivo non si insegna a scuola” ha dichiarato Domenico Di Noia, presidente dell’Agis lombardo. “il pubblico va rieducato” dice Tomaso Quilleri, vicepresidente dell’Anac e gestore dell’Eliseo del Colosseo e dell’Arlecchino chiuso il 10 febbraio.
Cinema Arlecchino, un pezzo di storia meneghina
Sono pochi i cinema che stanno resistendo, soprattutto grazie al supporto di iniziative parallele quali incontri con registi, proiezioni in lingua originale e anteprime. Venerdì 11 febbraio davanti al Colosseo di viale Monte Nero si è tenuto un flash mob dei lavoratori dell’industria con i sindacati, dove è stato chiesto a gran voce di regolamentare i tempi tra l’uscita di un film in sala e il loro debutto sulle piattaforme e di cancellare la norma che impedisce la somministrazione di cibo e bevande in sala.
“Ce la metteremo tutta per arrivare al 2023, ma francamente non so se riusciremo” dice Salvatore Dattilio, gestore del Plinius. “Per gli esercizi è durissimo il limite di non poter vendere cibo e bevande, toglie fino al 40% del fatturato e una parte significativa dell’esperienza. C’è la deregulation sulle regole di uscita sulle piattaforme, l’obbligo di indossare le mascherine FfP2 non aiuta la percezione di sicurezza e il rincaro delle utenze ha dato il colpo di grazia. Delle sale importa ancora a qualcuno?”