venerdì,22 Novembre,2024
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Monumento a Indro Montanelli

Nel 2006 nei giardini di via Palestro è stato collocato il monumento a Indro Montanelli, noto giornalista considerato da molti il più grande del Novecento.

Nato a Fucecchio nel 1909 si laureò in Giurisprudenza all’Università degli studi di Firenze nel 1930. Lavorò per oltre quarant’anni per il Corriere della Sera, fondò il Giornale nel 1974 e il quotidiano indipendente La Voce nel 1994. La mattina del 2 giugno 1977, mentre si recava in redazione, fu vittima di un attentato ordito dalle Brigate Rosse che lo gambizzarono all’angolo tra via Manin e piazza Cavour.

Milanese d’adozione, il giorno del suo novantesimo compleanno disse “Quello che sono lo devo a Fucecchio, quello che sono diventato lo devo a Milano” dove morì nel luglio del 2001.

Monumento a Indro Montanelli

Il monumento a Indro Montanelli è una scultura in bronzo dorato, realizzata da Vito Tongiani. Posta all’interno dei giardini di via Palestro è costituita da un basamento in pietra, su cui è presente l’incisione “Indro Montanelli / giornalista”. Sopra esso è posta la statua dello scrittore, che lo rappresenta seduto su una pila di giornali intento a scrivere su un’Olivetti MP1. Posa presa da una famosa fotografia fatta da Fedele Toscani (padre di Olivero) nel 1940, mentre il giornalista scriveva in un corridoio del Corriere della Sera.

Rispetto alla fotografia la statua ritrae Indro Montanelli senza cappello, scelta fatta dall’ex Sindaco di Milano Gabriele Albertini, l’ex Vicesindaco Riccardo De Corato e l’ex assessore alla Cultura di Milano Stefano Zecchi, secondo i quali la forma della testa di Montanelli era qualcosa di speciale per cui era meglio metterla a nudo “per evidenziare quel cervello concentrato per tanta potenza”. Il Monumento a Indro Montanelli è delimitato da un muretto che simboleggia La Stanza di Montanelli, nome di una sua nota rubrica.

L’opera fin dall’inaugurazione ha suscitato molte critiche: da una parte è stata giudicata funerea, degna di un cimitero e dall’altra è stata bersaglio più volte di imbrattature a causa del ruolo controverso di Montanelli durante la guerra in Etiopia, dove prese in moglie una bambina di 12 anni. Nel 2020 ne è stata chiesta la rimozione al Sindaco Giuseppe Sala da parte di attivisti che partecipavano alle manifestazioni antirazziste provocate dalla morte di George Floyd, a cui seguì l’imbrattatura con vernice rossa.

È vero, l’opera potrebbe stare in un cimitero monumentale, ma è stata realizzata lì, in quel giardino dove Montanelli pensava i suoi articoli facendo lunghe passeggiate, poco distante da dove si era aggrappato alla cancellata quando venne gambizzato dalle Brigate Rosse.

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