Villa Simonetta presentata da Marcantonio Dal Re nel 1726 : “Questa è di struttura antica mentre fu fabbricata verso la metà del decimo sesto secolo, e di quei tempi portava il vanto d’essere delle più famose d’Italia”.
Permettete una considerazione: decisamente, non è poco. Rientrava nelle Ville di Delizia del milanese ed antica lo è sicuramente tanto che per ritrovarne l’origine bisogna tornare nel ‘400 della Milano leonardesca, sotto Lodovico il Moro.
E’ infatti il cancelliere dello Sforza, Bescapè, a comprare il terreno ancora agricolo ed a costruirci la sua residenza. Chiamandosi lui Gualtiero, la villa prende subito il nome di Gualtierona: fa un po’ sorridere un soprannome da Bar Sport per una delle ville più belle!
La villa passò in breve a Ferrante Gonzaga, il quale commissionò la gran parte degli affreschi della villa, spesso ispirati alle sue imprese. Succedono al Gonzaga i nobili Simonetta che trasformano ed ingrandiscono la villa che diventa così una delle residenze più lussuose e famose del barocco milanese e lombardo.
Villa Simonetta detta la Gualtierona
A questa proprietà si legheranno anche famiglie come Castelbarco, Osculati e Clerici, insomma non proprio cognomi qualsiasi per questo palazzo semi-dimenticato dalla città. Lungo l’800 diventa protagonista anche della tradizione milanese.
Vi hanno mai detto “sei una teppa“? Ecco, qui a villa Simonetta avevano preso “sede” i giovanotti di sangue nobile dediti alle attività più disparate, ma estranee al divertimento. Questi erano appunto la compagnia della Teppa e, visto l’andazzo, qualcuno comincia a chiamare l’antica e prestigiosa residenza “La villa dei balabiott”. Nel ‘900 la villa decade fino ad ospitare falegnamerie ed osterie, per poi finire sotto la pioggia di bombe del ’43 che ne azzerano la facciata.
Il dopoguerra ne vede la ricostruzione e la rinascita, oggi ospita la sede della Civica Scuola di Musica C. Abbado. Aggirarsi per i corridoi e per le sale riserva ancora qualche graditissima sorpresa.
Villa Simonetta, Via Stilicone, 36