Chi va piano va sano e va lontano. Questo il detto che tutti conosciamo. Sì è vero, qui a Milano c’è una piccola variazione, come riportato nel sottotitolo, ma si sa.. noi milanesi…
Scherzi a parte: la notizia l’avrete letta tutti. Forse dall’anno prossimo Milano sarà una città da 30 km/h. Il Sindaco ha detto che probabilmente non sarà così ovunque, ma quel che è certo è che dove vivo io, zona stadio, la zona 30 km/h è già realtà.
Da un paio di mesi infatti, oltre ai cartelli ed a dei grossi cerchi colorati in mezzo alla strada, la via Novara è diventata una di quelle strade in cui la percorrenza è limitata ai 30. Per completezza d’informazione, sempre la via Novara ( e Rembrandt) è stata dotata di quelle strisce bianche che delimitano la porzione percorribile dalle bici, i parcheggi sono stati messi sulla sinistra… insomma, la via Novara si è ridotta di un po’.
Ieri senza volerlo o per lo meno senza averci pensato prima, mentre imboccavo via Novara proprio poco prima di uno di quei segnali che indicano la velocità massima di 30, mi sono detto: “Provo!”.
Giro quindi sulla via Novara direzione centro e tenendo d’occhio il contachilometri mi sono messo rigorosamente sui 30. Erano le 14.30 circa. Meno di 3 secondi e dietro di me, la prima strombazzata. Faccio finta di niente. Ed ecco la seconda. Guardo dallo specchietto e faccio la faccia sconsolata. Il tizio dietro di me prova a capire se può superarmi: no, non c’è più spazio. Guardo meglio dietro. Ci sono un 4/5 macchine in coda dietro di me.
Il semaforo che incrocia la via San Giusto è ormai a poche decine di metri. La strada si allarga un pelo e tutti si mettono in una fila diversa dalla mia.
Mi dico che forse sono stato sfortunato e ho beccato un milanese davvero imbruttito: decido quindi di riprovare. Svolto a destra per fare il giro dell’isolato: ovviamente faccio tutto a 50 km/h visto che qui il limite dei 30 non c’è.
Torno al punto di partenza, nuovi giro: mi posiziono sui 30. Neanche il tempo di fare qualche metro ed ecco che mi si attacca al cu.. al parafango un altro che strombazza. Faccio finta di niente, tengo la velocità. Giuro che arrivare al semaforo di San Giusto è stata lunga. Mi hanno suonato, sicuramente insultato. Io avrei fatto lo stesso? Sì, me lo sono chiesto.
La risposta non può che essere affermativa. Sarò imbruttito pure io, o sarà un discorso di abitudine.. non lo so. Sia chiara una cosa: i 30 km/h possono essere un’utopia in determinate occasioni: pensate, rimanendo alla mia zona, a quando c’è la partita, oppure in circonvalla negli orari di punta, sulla tangenziale est altezza Linate alle ore 18.00. Ci sono momenti e strade in cui pagherei per andare almeno a 30 km/h, ma…
Mi si dirà che ci sono città in giro per l’Europa dove questo accorgimento c’è già e funziona alla grande: non lo metto in dubbio. E non sono mai stato uno che dice no a prescindere. Ma come tutte le cose penso che si debba agire solo dopo aver valutato le singole situazioni.
E chissà per qualche strano motivo, sono sempre portato a pensare che chi decide soluzioni come questa, lo faccia dopo aver valutato pro e contro, studiato la zona e capito come intervenire. E che applichi un nuovo modello perchè i pro sono maggiori dei contro.
Ho sempre detto, e sempre dirò, che soddisfare chiunque è impossibile. Il rischio però di scontentare tutti è proprio dietro l’angolo.