La leggenda del Bombarda: davvero tutta fantasia o qualcosa di vero c’é? Due dati sono certi: il crollo della torre del Castello e la “scomparsa” della statua sopra al campanile della chiesa di San Gottardo in Corte. Era la sera del 18 giugno 1521. Si raccontò che a causare le due perdite furono due fulmini durante un temporale.
E la leggenda del Bombarda invece cosa ci dice? Andiamo con ordine..
Maresciallo di Francia e conte di Lautrec e Comminges, Odet de Foix partecipò alla campagna militare per la conquista di Milano.
Nel 1515 ottenne la vittoria nella Battaglia di Melegnano, togliendo il controllo della città a Massimiliano Sforza. Nel 1516 consegnò la città a Gian Giacomo Trivulzio, assumendo poi personalmente l’incarico un anno dopo.
La leggenda del Bombarda, tra torri e santi
La sua personalità è stata descritta come spietata e brutale, oltre che impulsiva e poco propensa al dialogo. A causa del sonno leggero, spesso era afflitto da disturbi notturni. La sua stanza da letto si trovava a breve distanza dalla chiesa di San Gottardo in Corte. In cima al campanile c’era una statua in rame di San Michele Arcangelo. Il rumore del metallo scricchiolante a causa del vento non gli dava tregua, portandolo a un certo stato di turbamento.
Si racconta che il conte trascorse diverse notti insonni prima di prendere una decisione fatale. Fece chiamare uno dei prigionieri del Castello, un artigliere svizzero noto come “Il Bombarda”, per la sua grande dimestichezza nell’uso delle bocche da fuoco, rinchiuso pochi giorni prima.
Odet de Foix promise all’artigliere il suo immediato rilascio, insieme a quello della giovane fidanzata Assuntina, in cambio della distruzione della statua di San Michele. Nella stessa notte, il soldato svizzero recise la testa del santo con un singolo colpo.
Il giorno successivo, il giovane si aspettava di essere liberato insieme alla sua amata, ma ciò non avvenne. Anzi, Odet de Foix andò oltre, non rispettando la parola data. Nonostante fosse a conoscenza della relazione tra il Bombarda e Assuntina, il conte coinvolse la donna in un evento.. indesiderato.
Il Bombarda, ancora rinchiuso nella sua cella nel Castello Sforzesco di Milano, udì le grida della sua fidanzata e perse il controllo. L’arma con cui aveva abbattuto la testa dell’angelo era a pochi metri da lui, nessuno si era preoccupato di recuperarla. Decise di far pagare cara la sua vendetta a de Foix e indirizzò la bombarda verso il deposito di munizioni nella Torre, distruggendola.