San Bernardino alle ossa: due edifici, due sezioni: da una parte, proprio di fronte a noi appena entrati, la chiesa vera e propria: un tripudio di fantasia rococò. Come detto da qualcuno, la chiesa più piemontese di Milano. Dall’altra parte, sulla destra, il “Santuarietto“. Di quest’ultimo parleremo qui.
Molti lo definiscono un capolavoro di arte macabra ed in tanti rimangono impressionati alla vista di tante ossa.
L’ossario che qui possiamo ammirare è stato ricostruito nel 1695 dopo che il primo era crollato una ventina di anni prima. Si racconta che fu un dispetto dei morti che non avevano gradito essere esposti…
I resti che possiamo vedere a San Bernardino alle ossa, appartenevano probabilmente sia ai poveri, malati morti negli ospizi, ma anche a nobili ed altolocati i cui parenti pensavano fosse un bel gesto, quello di esporre tibie e femori degli scomparsi, nella “decorazione” della chiesa.
San Bernardino alle ossa: chiesa ed ossario
Quelli che si vedono invece nelle cassette, meglio forse definirle gabbie, sono le ossa di criminali, giustiziati e quindi indegni di fare da ornamento.
Le pareti sono quindi tappezzate da ossa e vanno a formare varie figurazioni: dalla croce a tanti motivi, intrecci e composizioni. Sono davvero migliaia le ossa. Leggenda vuole che ci sia anche quelle di una bambina che, il giorno dei morti, chiama a raccolta tutti quanti per iniziare una macabra danza.
Alzando lo sguardo si rimane altrettanto stupiti dalla bellezza del grande affresco: Trionfo di anime in volo d’Angeli di Sebastiano Ricci.
E che dire invece, tornando indietro, della chiesa di San Bernardino alle ossa: chiesa ed ossario? Quello che non si vede è certamente la cosa che la rende unica: andando verso l’altare noterete sul pavimento una botola. Avendo la possibilità di scendere, avreste modo di vedere un altro altare con dietro gli scranni in pietra.
Seduti al loro posto i frati che hanno realizzato l’ossario. Anche in questo caso, alcuni lo potrebbero definire macabro. Per noi è un pezzetto di storia rimasto a testimoniare quello che è accaduto. No, per noi tutto tranne che macabro.