Giorgio Gaber nasce a Milano il 25 gennaio 1939. Il vero cognome è in realtà Gaberščik, ed è originario di una regione del Goriziano Sloveno.
Diplomato in ragioneria, inizia a suonare nei locali milanesi a metà degli anni cinquanta, mentre frequenta la Bocconi. Suona rock e jazz insieme a Jannacci e Tenco. Si forma così come chitarrista e cantante nella Milano del dopoguerra. Il locale in cui iniziano a suonare, si narra fosse il Santa Tecla, a due passi dal campanile di San Gottardo in Corte. Da lì passano anche Adriano Celentano e Mogol, che gli offrirà il suo primo contratto discografico.
Negli anni ’60 la carriera di Giorgio Gaber decolla (nel 1962 incontra Ombretta Colli che sarà al suo fianco per quarant’anni) e diventa uno dei cantanti più richiesti, grazie ad uno stile tutto suo che prevede buona musica e testi ironici e malinconici. Va in televisione e inizia a cimentarsi anche come attore e la strada del teatro canzone sarà la sua nuova avventura a partire dagli anni ’70.
La prima rappresentazione milanese è quella al Piccolo teatro, in via Rovello nel 1971. La locandina citava “Il Piccolo teatro presenta Giorgio Gaber. Il Signor G“. Ed è proprio così che tutti lo ricordiamo: Giorgio Gaber è il Signor G.
La sua carriera proseguirà senza soste fino al 2001, anno in cui pubblica il suo ultimo album “La mia generazione ha perso“. “Io non mi sento italiano” è una pubblicazione postuma.
Giorgio Gaber si spegne infatti il 1 gennaio 2003 e il suo corpo riposa nel Famedio del Cimitero Monumentale
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