Via Caradosso: siamo tra corso Magenta e piazza Virgilio. Santa Maria delle Grazie è qui vicino.
Come abbiamo già visto in altre circostanze ed in altre vie, Caradosso altro non è che uno pseudonimo. In questo caso il vero nome è Cristoforo di Giovanni Matteo Foppa, uno scultore, orafo e medaglista.
Vissuto dal 1452 al 1527, dopo aver lasciato Roma si trasferisce qui a Milano nel 1480 per lavorare alla corte degli Sforza: assunse il ruolo di consulente per la Veneranda Fabbrica del Duomo e tra le sue opere, alcune delle quali si possono ammirare al Castello Sforzesco, famoso un vaso creato con cinquanta pezzi di cristallo intagliato ed un calamaio con bassorilievi a sfondo mitologico. In entrambi i casi erano richieste di Isabella d’Este.
Caradosso: una via, un orafo.
Tornato a Roma, Caradosso lavorò per il Papa ed ebbe modo di conoscere Benvenuto Cellini che lo definì il miglior medaglista dell’epoca.
Tante le opere realizzate: tra le medaglie, tutte realizzate con grande cura e tecnica, da ricordare quella realizzata con il ritratto a mezzo busto nudo di Donato Bramante.