Meda di nome faceva Giuseppe. A pensare Giuseppe Meda a molti di voi, probabilmente, verrà subito in mente il nome di una via. Giuseppe Meda. Chi era costui?
Era un pittore, un architetto e un ingegnere vissuto tra il 1534 e il 1599.
Il suo vero nome era Giuseppe Lomazzo e fu allievo di Bernardino Campi, pittore noto a Milano come ritrattista e decoratore. Alla formazione pittorica ne affiancò una di indirizzo più tecnico di architettura e ingegneria idraulica.
Meda pittore
Fu un valente esponente del tardo manierismo lombardo: nella sua mano è riconoscibile il tentativo di coniugare la monumentalità di Michelangelo con la tecnica dello sfumato di Leonardo senza discostarsi troppo dalla tradizione locale di Gaudenzio Ferrari.
In collaborazione con Giuseppe Arcimboldi dipinse gli affreschi del duomo di Monza e nel 1559 le ante d’organo del Duomo di Milano.
Nel 1565 disegna il gonfalone per la città di Milano dove rappresenta Sant’Ambrogio vittorioso sugli Ariani.
Come architetto Meda si trovò più volte a dover portare a termine le opere milanesi cominciate da Bernardino Tibaldi: la chiesa di San Sebastiano, la cappella del Lazzaretto e il Palazzo Prospero Visconti.
Tra il 1576 e il 1591 erige la Cappella del Tribunale di Provvisione del Palazzo dei Giureconsulti. Presentò inoltre un progetto per la ricostruzione della Basilica di San Lorenzo in alternativa a quello presentato da Martino Bassi.
Come ingegnere idraulico Meda è noto grazie al suo progetto di rendere navigabile l’Adda tra Cornate d’Adda a Paderno tramite la costruzione una conca che avrebbe dovuto colmare un dislivello di 18 metri.
Nel 1574 invece presentò il progetto per un canale che avrebbe collegato il lago di Como con la Martesana.
Infine disegnò un teatro provvisorio nel Palazzo di Corte e mise mano alla Cappella Trivulzio nella Basilica di Santo Stefano Maggiore.
Ecco spiegato perché Milano gli ha intitolato una via.
Ah, non confondetevi con la piazza. Quello è un altro Meda.