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L’ultimo ricordo

L’ultimo ricordo prima che tutto cambiasse. No, non è nè un film nè un libro. E’ una mia personale osservazione.

Vi confesso che ho dovuto cercare sull’agenda il giorno esatto: a memoria facevo fatica. Per fortuna scrivo sempre tutto.  5 marzo 2020.

Eravamo in quella particolare settimana durante la quale avevamo già sperimentato “qualcosa” ma presi forse da un eccessivo ottimismo si cavalcava, oggi diremmo imprudentemente, lo slogan Milano non si ferma. Sappiamo invece che si è fermata, eccome.

Avevamo un appuntamento con gli amici di Wau Milano e avevamo scelto di bere qualcosa mentre si discuteva sul da farsi. Già, tanto per darvi un’idea del clima di quelle giornate, stavamo capendo se l’appuntamento con Ghe Pensi Mi in programma per il 15 marzo sarebbe stato confermato o meno.

E’ stata una serata piacevole in un clima un po’ surreale: nel locale c’eravamo noi, in quattro e a memoria altre 2-3 persone, oltre al personale. Fuori, lungo il naviglio grande a due passi dalla darsena, passeggiava lo stesso numero di persone che avremmo potuto vedere alle 3 del mattino del 3 gennaio con il diluvio. Erano però le 7 di sera di un giovedì di marzo.

A pensarci bene piovigginava in realtà. Ma poco conta. Finito l’appuntamento / aperitivo ho preso la metro, la gialla prima e la lilla dopo per rientrare. Ed in effetti adesso che lo scrivo, ricordo che all’andata, sempre sulla metro, avevo notato un numero di persone davvero esiguo.

Ecco, quello è stato l’ultimo giorno in cui sono uscito, il 5 marzo. Ho lasciato Milano così, semi vuota, paralizzata dalla paura e con l’entusiasmo dei giorni precedenti, quelli in cui i musei potevano aprire ma con regole particolari, quelli in cui si pensava che no, Milano non si sarebbe fermata.

Si è fermata, eccome. Oggi è il 9 aprile e da quanto leggo, forse il 3 maggio si potrà uscire di nuovo. Quasi due mesi dopo la mia ultima uscita. Quasi un mese, ancora, da aspettare. Sarà dura, come lo è stato fino ad oggi. Ma se bisogna farlo, lo si fa.

In fondo però a pensarci bene e sentendo quotidianamente tanti amici e colleghi, una cosa in un certo senso è vera: Milano non si ferma. Sembra ferma, ma sta lavorando. Noi, come tanti altri. Da casa, da soli forse, ma tutti con l’idea di preparare il dopo. Un dopo che scopriremo tra un mese.

ultimo ricordo
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