Lasciamoci alle spalle i palazzoni e le luci di Piazzale Loreto (che potete raggiungere comodamente con le metro 1 e 2) e imbocchiamo in via Costa, qualche decina di metri e giriamo a destra in via Durante ed eccoci di nuovo immersi nella Milano sforzesca.
In lontananza la vediamo, con la sua facciata in mattoni, il suo campanile, sembra sia lì a ricordarci che esiste anche lei, l’Abbazia del Casoretto. Un piccolo angolo in cui respirare atmosfere dimenticate, umiliata forse dall’edilizia agghiacciante che la circonda. E pensare che qui era tutta campagna, c’era giusto una piccola chiesetta nei campi di proprietà di Pietro Tanzi, un nobile di città. E’ lui stesso a restaurarla nel 1404 ottenendo che vi officiassero stabilmente alcuni canonici.
Subito l’anno successivo il Tanzi muore lasciando tutti gli averi proprio alla canonica da lui voluta che elegge così il suo primo Priore ed inizia la sua vita monastica. Si costruiscono subito gli edifici del monastero, mentre la nuova chiesa deve aspettare il 1472. A dettarne la forma è Guiniforte Solari, architetto ducale che già si occupava degli ampliamenti dell’ospedale Maggiore, il tutto viene ultimato con il campanile nel 1490. Sono anni di cantieri, ma anche i migliori per il monastero che vive di riflesso dei fasti sforzeschi.
Se il Tanzi aveva chiesto la presenza di almeno 6 canonici perchè le sue esecuzioni testamentarie fossero attuabili, beh, adesso siamo già a 30 canonici stabili a cui si aggiunge una biblioteca frutto dei soli lasciti. Nel 1566 arriva anche il riconoscimento come Abbazia e di primi ritocchi ad opera del Tibaldi, prima che il monastero ospitasse in visita San Carlo Borromeo.
Tutto procede regolarmente fino alla soppressione del 1772 quando viene ridotta al rango di parrocchia. Gli ultimi restauri sono del 1927 ai quali si deve il ritorno all’aspetto originario, per quando possibile. Mancano solo le antiche volte a crociera, sostituite nel ‘500 con la volta a botte, ma ritroviamo le originarie 3 navate, recuperate proprio nel ’27. E dentro?
Non possiamo raccontarvi tutto, se no non venite a visitarla! Buona visita.