Pagano Della Torre, il Padre della Patria. E’ questo il titolo riconosciutogli dai milanesi.
Naturalmente stiamo parlando dei milanesi suoi contemporanei, visto che si parla del 1240. Nel farlo, andiamo indietro fino alle origini della signoria a Milano.
Pagano Della Torre non bada molto alla vita politica, ma allora come arriva a governare la città? Giusto qualche anno prima, nel 1237, i milanesi le prendono di santa ragione a Cortenuova, in battaglia con i bergamaschi. Questi ultimi, non accontentandosi della vittoria, inseguono i sopravvissuti ormai senza difese fin quando, avvolto nelle nebbie padane, sbuca un condottiero che sbaraglia tutti quanti, salvando i milanesi.
Non solo, li accoglie dando rifugio a questi poveri soldati e ne paga di tasca sua le spese mediche finchè non siano in grado di far ritorno a Milano. Arrivato dalla Valsassina, questo condottiero era Pagano Della Torre. Finito il suo dovere, se ne torna a Primaluna, sede del suo feudo.
Pagano Della Torre, il padre della patria
Nessuna velleità politica, almeno in apparenza. Forse anche in sostanza, o forse freddo calcolatore, fatto sta che non deve armarsi di troppa pazienza prima che i risultati maturino. Tre anni dopo, nel 1240, è Milano che lo chiama a gran voce offrendo la carica di Podestà. Una città distrutta dalle lotte interne, fazioni, famiglie una contro l’altra, scontri tra le vie e le case fortificate, costellate di torri difensive.
Il partito del popolo vince ed il podestà ha pieni poteri. Pagano Della Torre però non può far molto, morendo giusto l’anno successivo, ma furbo lo era di certo. Dalla Valsassina non era mica sceso da solo. Tutta la famiglia era piovuta in città, compresi fratelli e figli. Iacopo, Martino, Filippo. Chiamati dal popolo, in pochi mesi i Torriani sono diventati potentissimi.
Il suo nome è iscritto al Famedio di Milano, nel Cimitero Monumentale.