Martino della Torre, erede diretto di Pagano, prosegue e consolida l’opera dello zio portandola a compimento.
La sua storia politica inizia nel 1247: la credenza di Sant’ Ambrogio lo riconosce come capo. E’ la fazione popolare cittadina, molto più potente e numerosa della fazione aristocratica, la Motta, che però decide di non piegarsi. A vantaggio dei Torriani c’è anche il sostegno papale con Innocenzo IV, sostegno che si traduce con la cattedra vescovile concessa a Monza a Raimondo Della Torre, fratello di Pagano.
Nel frattempo ottengono la podestà in vari comuni del nord Italia, il che consolida ancor di più il potere a Milano fino al definitivo spartiacque del 1256. Popolari e aristocratici entrano in conflitto aperto e si affrontano in battaglia. Dopo un primo passo falso di Martino che è costretto ad indietreggiare e firmare la pace di Sant’ Ambrogio nel 1258, ne esce vincitore.
La pace dura infatti il tempo necessario perchè gli aristocratici si stizziscano delle limitazioni a cui non erano certo abituati. Nel frattempo Martino della Torre, si è rafforzato, ottenendo anche la podestà di Como. Nel 1259 un’adunanza in Santa Tecla mette in palio il titolo di Signore.
Di fronte Martino della Torre, per il popolo e Azzolino Marcellino per l’aristocrazia. Vince, manco a dirlo, Martino. La temperatura sale, così si decide di esiliare i due capifazione. Il Della Torre riesce subito a rientrare in città, prende il posto del nuovo podestà e riprende possesso della città.
Martino della Torre, l’erede
8 settembre 1259, Martino della Torre, mette al bando tutti gli avversari politici. A Milano inizia l’era della Signoria. L’ultima battaglia di fazione vede Martino opposto alla fazione aristocratica esiliata e capitanata da Ezzelino da Romano. Ezzelino, che mira a rubare la corona ferrea, entra in territorio milanese conquistando Vaprio quasi di sorpresa, ma non va oltre.A Cassano, giusto qualche chilometro più lontano, muore in battaglia.
Martino della Torre, capendo di essere prossimo alla morte, chiese ed ottenne che il fratello Filippo gli succedesse nella carica. Morì (forse) il 20 novembre 1263 e venne sepolto in un’arca inserita in un muro esterno dell’abbazia di Chiaravalle insieme al padre.