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Antonio Beretta, il sindaco smanioso di grandezza

Antonio Beretta, nato a Milano il 17 aprile 1808, è una figura controversa e decisiva per la storia della città. Il suo nome vive nell’ombra di una breve via che collega Piazza Castello a Foro Bonaparte e che ricorda il primo sindaco eletto sotto il Regno di Sardegna. Beretta, un uomo dalle grandi ambizioni, ha lasciato un’impronta indelebile nella trasformazione di Milano, anche se la sua carriera è stata segnata da scandali e critiche.

Beretta iniziò la sua carriera politica come membro della borghesia lombarda, diventando assessore della Congregazione di Milano nel 1843. La sua ascesa lo portò a essere tra i protagonisti del governo provvisorio di Lombardia durante le turbolenze del 1848. Dopo il fallimento della battaglia di Novara nel 1849 e il suo patrimonio confiscato dalle autorità austriache, Beretta si rifugiò in esilio, prima in Francia e poi in Inghilterra. Solo nel 1859, con il ritorno in patria, poté riprendere la sua carriera politica, diventando sindaco di Milano nel 1860, in un momento cruciale per la città e per il neonato Regno d’Italia.

Il mandato di Antonio Beretta fu caratterizzato da un ambizioso piano di sviluppo urbano. Sotto la sua guida, Milano iniziò una trasformazione radicale, con la progettazione di nuovi quartieri come via Solferino, Porta Genova e Principe Umberto, nonché l’ampliamento dei confini urbani. La piazza del Duomo e la costruenda Galleria Vittorio Emanuele II furono al centro delle sue iniziative. Tuttavia, nonostante queste grandi opere, Beretta si ritrovò spesso al centro di polemiche. La sua smania di grandezza portò ad un notevole aumento del deficit comunale, alimentando il malcontento generale.

Antonio Beretta: il Sindaco visionario tra grandezza e scandali

Uno degli scandali più famosi che segnò la sua carriera fu legato alla costruzione della Galleria Vittorio Emanuele II. Beretta venne accusato di aver alzato di un piano la struttura senza approvazione e di aver speso fondi pubblici in modo eccessivo per espropriare due palazzi intestati a suo cognato. La trasparenza del suo operato venne messa in discussione, e nonostante le accuse di malversazione, il processo si concluse senza un verdetto di colpevolezza. Tuttavia, le polemiche e l’aggravarsi della situazione economica della città, complicata anche dal trasferimento a Firenze di importanti uffici, portarono alle sue dimissioni nel 1867.

Antonio Beretta fu una figura complessa, un sindaco visionario travolto al contempo dagli scandali. Anche se il suo contributo alla modernizzazione di Milano è indiscutibile, la sua amministrazione non fu esente da errori e accuse di nepotismo. Nominato senatore nel 1862 e conte nel 1871, Beretta si ritirò dalla vita pubblica negli ultimi anni, morendo quasi in povertà a Roma nel 1891.

Oggi, il nome di Antonio Beretta vive nelle memorie contrastanti di un uomo che ha contribuito a plasmare Milano, ma che ha anche visto il suo sogno di grandezza infrangersi sotto il peso di critiche e scandali.

Antonio Beretta. Foto da Wikimedia Commons
Antonio Beretta. Foto da Wikimedia Commons
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