San Carpoforo è una chiesa sconsacrata situata nel cuore di Brera in via Formentini.
Oggi ospita gli studenti che seguono i corsi di decorazione, restauro e arte sacra contemporanea dell’Accademia di Belle Arti di Brera che si tengono nel luogo dove un tempo sorgeva un tempio pagano romano.
Era il tempio dove le vestali custodivano la fiamma del fuoco sacro. Grazie al ritrovamento di alcuni manufatti risalenti all’epoca romana è stato possibile identificare le origini di San Carpoforo con il tempio di Vesta. Fra questi ci sono quattro colonne di porfido oggi situate presso il Museo Archeologico, un mosaico ed un altare votivo.
Secondo la tradizione fu santa Marcellina, sorella del vescovo di Milano sant’Ambrogio, a consacrare il tempio a San Carpoforo, soldato romano martirizzato durante il regno dell’imperatore Massimiano.
San Carpoforo, l’antico tempio di Vesta
L’esistenza della chiesa è documentata a partire dall’anno 813. Nel XVI secolo venne cambiata nella struttura per volere di Gian Giacomo Medici che ottenne il permesso di costruire un palazzo sul sagrato della chiesa e che, proprio per questo, fece spostare la facciata dal lato orientale a quello occidentale.
Nel 1610 l’arcivescovo Federico Borromeo diede ordine di ricostruirla completamente e, quattordici anni dopo, venne riedificata su una pianta a croce latina. Nella seconda metà del XVIII secolo San Carpoforo perse di importanza tanto che, durante la risistemazione delle parrocchie milanesi e dei Corpi Santi, venne soppressa e messa alle dipendenze della chiesa di Santa Maria del Carmine.
Sconsacrata nel 1809 venne trasformata in archivio dove vennero messe le carte del Ministero della Guerra. Quasi cinquant’anni più tardi i documenti militari vennero spostati e sostituiti da quelli del Regio archivio governativo di deposito provinciale-civico. Fu necessario ampliare gli spazi così venne costruita una sala sulla parte meridionale dell’edificio.
Nel 1864 l’edificio venne acquistato dal comune di Milano che fece sgomberare la documentazione statale per mettere quella comunale ed anche l’archivio storico. Nei bombardamenti del 1943 venne distrutto solo la documentazione comunale, fortunatamente la sezione storica era stata precedentemente spostata nel castello di Porta Giovia.
Successivamente San Carpoforo venne messa sotto il controllo della Soprintendenza che la concesse all’Accademia di Belle Arti di Brera.