San Gottardo in Corte, nascosta quasi del tutto da palazzo Reale, è un gioiello di indubbia bellezza.
Arrivando in piazza del Duomo da via Mercanti, la vista che ci troviamo di fronte è senza dubbio da togliere il fiato: il Duomo, tanto bello quanto imponente, domina la piazza e certamente anche la scena. Sulla sua destra, si scorge Palazzo Reale, luogo nel quale tante mostre vengono organizzate e che ogni anno viene visitato da migliaia di persone. È però abbastanza facile che il visitatore ansioso di ammirare la mostra di turno, non si soffermi ad ammirare lo splendore del palazzo.
Proprio qui nel passato avremmo trovato il palazzo del Broletto vecchio, dimora prima dei Torriani ed in seguito di Matteo Visconti. Ricostruito nel 1336 da Azzone Visconti, in quell’epoca aveva due giardini: uno andò perso con la costruzione del Duomo, l’altro è grosso modo il cortile interno che ancora oggi vediamo. Ristrutturato in seguito da Francesco Sforza, con la dominazione spagnola divenne la sede dei governatori.
Con i secoli a venire, il palazzo subì altre numerose restaurazioni e cambiamenti: ogni nuova dominazione portò infatti dei cambiamenti. Da ricordare, tra i tanti lavori eseguiti, il prolungamento dell’edificio fino a via Larga con la magnifica ala delle Rimesse, demolita nel 1923. Con la seconda guerra mondiale, l’intero palazzo subì danni incredibili, resi ancora più devastanti dall’incuria che ne seguì. Nascosto proprio dietro palazzo Reale, vediamo spuntare il campanile della chiesa di San Gottardo in corte.
San Gottardo in Corte: ecco la chiesa
E’ possibile che la costruzione della chiesa di San Gottardo in Corte iniziò ad opera dei Torriani su quello che era un piccolo tempio: in seguito il già citato Azzone Visconti chiamando l’architetto Pecorari e il pittore Giotto completò questa meravigliosa opera. Entrando in chiesa, notiamo la navata, preceduta da un vestibolo su colonne ioniche. Proprio su quest’ultimo è possibile oggi ammirare un affresco (in precedenza era posto alla base del campanile) di scuola giottesca. Prima di terminare la visita a questa chiesa, è necessario soffermarsi ad ammirare il campanile: una della caratteristiche di questa opera, è il contrasto tra il cotto rosso ed il marmo.
L’Arcangelo San Michele domina dalla cima del campanile tutta la zona e sembra invitare i tanti turisti che quotidianamente affollano piazza del Duomo, a dirigere lo sguardo anche verso di lui: facendolo, sarebbero certamente ripagati da un gioiello che Milano, ancora una volta, riesce a nascondere anche a se stessa.