San Siro alla Vepra è una chiesa. Sconosciutissima. Non siamo allo stadio, anche se tutto sommato, non è così distante. Incredibile pensare che molti di noi ci sono passati a fianco centinaia di volte senza sospettare minimamente l’esistenza di questo piccolo capolavoro.
Siamo a due passi da Piazzale Lotto, una campagna lontanissima dalla città quando si posano le pietre di San Siro alla Vepra, fondata pensate un po’ nel 880 d.C. A lei faceva capo il piccolo borgo rurale di San Siro.
I benedettini concedono in affitto il terreno agli umiliati intorno al 1200, mentre duecento anni più tardi, nel 1454, si rivolgono a privati, nobili, affittando loro terreni e mulini in cambio del completo restauro della piccola chiesa, terminato nel 1482, l’anno in cui fa il suo ingresso in città Leonardo da Vinci.
Già il secolo successivo la chiesetta risulta in rovina e gli affreschi quattrocenteschi coperti dalla solita mano di calce. I proprietari sono i Pecchio: proprio loro nel ‘600 abbattono la parte anteriore della chiesa per appiccicarci una villa. Brutta storia quella della villa che resta nella memoria come la Villa Triste. Qui Giuseppe Pecchio riunisce i patrioti italiani nel 1821 per discutere l’intervento dei Savoia contro l’Austria, riunione questa che costerà il carcere a molti dei partecipanti.
San Siro alla Vepra, Villa Fossati o Villa Triste
Nel ‘900 la proprietà passa ai Fossati e finalmente, nel 1911, è riconosciuta Monumento Nazionale, riaprendo al culto dopo la prima Guerra Mondiale. Il peggio arriva nella seconda Guerra, quando qui prende sede la banda Koch, trasformandola in teatro di tortura.
I Fossati decidono così di non tornare ad abitarla, cedendo tutto al P.I.M.E che la affida alle Missionarie dell’Immacolata, tutt’ora custodi di questa storia e di questo piccolo scrigno, con affreschi stupendi restaurati di recente, del ‘400 milanese.
Via Masaccio, 20. La fermata della metro più vicina è Lotto, linea rosso e lilla.