Donato di Pascuccio di Antonio, meglio conosciuto come Bramante, nasce nel 1444 a Monte Asdrualdo, oggi noto come Fermignano, nel Ducato di Urbino, uno dei centri più colti e prestigiosi dell’Umanesimo in Italia.
Fino al 1476, Bramante probabilmente rimane a Urbino, dove è allievo di fra’ Carnevale e diventa un pittore “prospectivo”, specializzato nella creazione di spazi architettonici come sfondo delle scene. In questo periodo, entra in contatto con le opere di artisti rinomati come Mantegna, Piero della Francesca, Luca Signorelli e Melozzo da Forlì, e con le produzioni artistiche di città come Perugia, Ferrara, Mantova e Padova.
È probabile che abbia lavorato nel cantiere del Palazzo Ducale di Federico da Montefeltro, progettato da Luciano Laurana, forse nella Cappella del Perdono. Dopo il 1472, fa la conoscenza di Francesco di Giorgio.
Nel 1477, Bramante si trasferisce a Bergamo, dove affresca la facciata del Palazzo del Podestà, rappresentando filosofi in inquadrature architettoniche. Potrebbe aver affrescato anche la facciata di una casa privata.
Bramante a Milano: La Vita e le Opere del Maestro del Rinascimento
Nel 1478, si ipotizza un suo primo soggiorno a Milano, forse inviato da Federico da Montefeltro per supervisionare i lavori nel suo palazzo a Porta Ticinese, recentemente donato da Galeazzo Maria Sforza.
La presenza di Bramante a Milano è documentata per la prima volta nel 1481 dalla famosa Incisione Prevedari, realizzata su suo disegno. Rimane attivo come pittore almeno fino al 1492-1494, realizzando opere come gli Uomini d’arme in casa Panigarola, il Cristo alla Colonna e forse gli affreschi di casa Fontana Silvestri.
Bramante a Milano: Progetti e opere
Dal 1482, a Milano arriva anche Leonardo, che stringe una grande amicizia con Bramante. Entrambi sono presenti nei cantieri del Castello Sforzesco, di Santa Maria delle Grazie e a Vigevano. Bramante comincia ad essere citato nei documenti del cantiere di Santa Maria presso San Satiro, dove lavora fino al 1491. Collabora con Giovanni Antonio Amadeo, i fratelli Gabriele e Giovanni Battagio e lo scultore Agostino de’ Fonduris.
Tra il 1487 e il 1490, affronta il problema del tiburio del Duomo e scrive una relazione conosciuta come “Bramanti opinio”.
I chiostri del monastero cistercense di Sant’Ambrogio
Intorno al 1492-1499, progetta la tribuna di Santa Maria delle Grazie e forse anche la Sacrestia Vecchia e il chiostro piccolo antistante. Anche in questo cantiere sono presenti Giovanni Battagio e Giovanni Antonio Amadeo, quest’ultimo dal 1497.
Sempre tra il 1492 e il 1499, progetta la canonica di Sant’Ambrogio, che però rimane incompleta.
Nel 1493, Bramante compie un sopralluogo a Crevola per valutare l’efficienza delle fortificazioni e nel 1497, progetta i due chiostri del monastero cistercense di Sant’Ambrogio, realizzati però da altri a partire dall’inizio del Cinquecento.
Alla fine dell’estate del 1499, si trasferisce a Roma, probabilmente lasciando Milano poco prima dell’occupazione francese del 6 settembre. Anche Leonardo e fra’ Luca Pacioli lasciano Milano in questo periodo.
Nel 1500, Bramante inizia la sua attività a Roma come architetto.