Broletto nuovo. Che nome! Lo avete mai sentito? Certamente lo avete visto e vi ci siete anche fermati, ne sono certo!
Siamo nel centro della vita politica della Milano comunale. Il palazzo del Broletto ha nel nome il titolo di Nuovo, il che ci ricorda come ce ne fosse un altro prima, uno Vecchio appunto.
Il Broletto vecchio oggi lo conosciamo come Palazzo Reale, un po’ troppo vicino all’Arcivescovado per le ambizioni comunali del ‘200. E’ proprio in questi anni, nel 1228, che il Broletto Nuovo viene costruito qui per ospitare le riunioni di popolo, lontano dalla sede vescovile separando così il potere temporale da quello spirituale, almeno idealmente.
Broletto nuovo: dove sarà mai?
Concepito solo come un semplice portico coperto, bisogna aspettare il Podestà Oldrado da Tresseno per la costruzione del palazzo vero e proprio come lo vediamo oggi, con un immenso salone riccamente decorato a tema civico e di cui restano ampie tracce. Oldrado lo ritroviamo in facciata, omaggiato con un altorilievo che lo ritrae a cavallo ed una targa sottostante che lo ricorda come il promotore del nuovo palazzo.
Saranno poi gli austriaci a metterci mano nel 1773 innalzandolo di un piano. A dirigere i lavori è Francesco Croce il quale crea così il secondo piano, uno spazio destinato all’archivio di Stato, una funzione che ha conservato fino agli anni ’70 del novecento.
Un pizzico di attenzione in più lo meritano gli inserti in marmo utilizzati nelle murature, che risultano materiale di reimpiego di origine romana, tra cui la famosa Scrofa Semilanuta, visibile sul lato di via Mercanti.
Sì esatto, il Broletto Nuovo è, ops, era quella che tutti oggi chiamano Piazza Mercanti