Facciamo un salto all’Idroscalo? Il mare di Milano, giusto per sottolineare una volta di più il legame della città con l’acqua.
Con il mare però c’entra ben poco se torniamo alle origini. E torniamo allora in un periodo, gli anni ’20 e ’30 in cui l’aviazione stava accelerando vertiginosamente il suo sviluppo. L’Italia è paese di mare, per cui il regime decide di investire sugli idrovolanti e dunque gli idroporti.
Già nel 1926 il primo progetto ne prevedeva la costruzione in zona Taliedo, già dedicata al primo aeroporto milanese, ma l’idrologia consiglia di rivedere la posizione, così si arriva in zona Segrate. Uno specchio d’acqua di 2,5 km alimentato dalle acque del Lambro e della Martesana su cui ammara il primo idrovolante il 28 maggio 1930.
L’idroscalo in realtà ancora non è completato nonostante l’inaugurazione in pompa magna. Sembra l’inizio di una nuova era, ma ha vita breve. L’idrovolante non ha futuro, tanto che nel ’38 viene sistemata la prima spiaggia ed i primi servizi dedicati alla balneazione ed i cantieri dell’Idroscalo vengono conclusi nel 1947.
Idroscalo, il mare di Milano. O quasi
Un lavoro lungo, ritardato dalla guerra e dalla malaria che colpiva sistematicamente gli operai. Dal dopo guerra inizia una nuova vita, diventando a tutti gli effetti il mare di Milano. La vocazione sportiva è intuita fin da subito se pensiamo che la Canottieri gareggiava qui già nel 1931. La prima di tantissime competizioni, nazionali ed internazionali come gli europei del ’38, del ’50 fino ai mondiali del 2003.
Kayak, canoa, ma non solo. Ad oggi qui si trovano aree attrezzate per moltissime discipline, dal pattinaggio al free climbing, fino allo sci nautico, ovviamente. Tutto questo circondato da uno dei parchi più grandi della città, raggiungibile facilmente da Porta Vittoria.
C.so XXII marzo, sempre dritto, non potete sbagliare.