Piazza XXV Aprile, ecco Porta Garibaldi. Qui si apriva il varco cinquecentesco nei bastioni spagnoli verso la città di Como.
In origine infatti il titolo della porta era Porta Comasina, ad indicare proprio la direzione a cui era rivolta, titolo che si estende al sestiere cittadino, destino comune a tutte le altre cinque porte cittadine.
Naturalmente l’arco che vediamo noi oggi non è il varco originale costruito dagli spagnoli. (nella foto qui a fianco un acquarello che mostra la vecchia porta Comasina con quella nuova al suo fianco) La porta viene infatti ristrutturata completamente nel 1828 su indicazione del duca Francesco Melzi d’Eril, governatore di Milano per conto della Francia Napoleonica, che promuove la costruzione di caselli daziari più eleganti, rispetto alle porte spagnole troppo grezze e militaresche.
Porta Garibaldi – una volta porta Comasina
Il progetto è affidato inizialmente al Cagnola per poi passare al gusto di Giacomo Moraglia, architetto giovanissimo. La nuova porta è finanziata interamente dai commercianti della zona e, va detto, non proprio per azione volontaria.
Di gusto ed eleganza neoclassica, l’arco ospita quattro statue di puro significato simbolico. Rappresentano infatti i fiumi principali della Lombardia: Po,Ticino, Adda, ed il fiume di Milano, ovvero l’Olona.
Nel 1859 Garibaldi varca la nuova porta entrando in città vittorioso da Varese. Tempo un anno e Porta Comasina diventa Porta Garibaldi, a memoria del suo ingresso in città.