Punto esclamativo: ma quanto ne usiamo?
Ho letto poco fa un post, non ricordo di chi, nel quale si spiegava come negli ultimi tempi l’uso del punto esclamativo, sia aumentato a dismisura. Nell’articolo si diceva che Trump ne usa a centinaia. Ma sono certo che anche qui a Milano si usi abbondantemente!
Se è senz’altro vero che è un po’ un’abitudine quella di enfatizzare con il ! qualsiasi cosa si dica, mi piace più l’idea di raccontare come nasce. Poi, come dire, ognuno ne faccia l’uso che vuole.
Come sia “fatto” credo non meriti altro se non una sua visione qui: ! un segmento con sotto un punto.
Tutta questione di Punto esclamativo!
Tutto nasce nel medioevo, ancora una volta. I copisti (quante cose grazie a loro) per indicare la gioia alla fine di una frase, usavano la parola “io”, parola latina che significa evviva. Da questo io, la i, senza puntino sopra, si spostò sopra la “o” che a sua volta si rimpicciolì fino a diventare un .
In tipografia è stato introdotto grossomodo nel XVII secolo e nella letteratura tedesca, la prima testimonianza è nell’edizione del 1797 della Bibbia di Lutero
«E poiché tanto nello stacco finale come nel periodo può esserci anche un’interrogazione o un qualche sentimento, come l’indignazione, l’ammirazione, la compassione, così similmente lo mostreremo con segnalazioni diverse, vale a dire con un punto accanto all’ultima lettera con sovrapposta una linea ritorta nel caso dell’interrogazione, retta nel caso del sentimento.»
Aldo Manuzio (trattato di grammatica)