Ma chi è il Scior Carera, il Signor Carera, l’uomo di pietra?
Percorrendo Corso Vittorio Emanuele in direzione San Babila all’altezza del civico n. 13 si incontra la statua di Scior Carera, l’uomo di pietra il cui appellativo milanese deriva da una storpiatura dell’incipit scritto sul piedistallo: “Carere debet omni vitio qvi in antervum dicere paratvs est” che tradotto dal latino significa: “Deve essere privo di ogni vizio chi si appresta a criticare un altro”.
Da una prima occhiata, a parte lo sconcerto di vederla collocata in un posto infelice dove la si nota solo se la si cerca (sotto i portici tra le moderne vetrine di un esercizio commerciale), ha le sembianze di un uomo appartenente all’epoca romana. Ce lo suggerisce l’abbigliamento: una ricca tunica drappeggiata. Poi, certo, il fatto che gli manchino le braccia è indicativo che proprio di epoca recente non sia.
Ed infatti il Scior Carera ha sulle spalle parecchi lustri: risale al III secolo e sulla sua identità ci sono due scuole di pensiero. Da una parte c’è chi pensa possa trattarsi di Marco Tullio Cicerone e dall’altra qualcuno ritiene che potrebbe essere invece un magistrato municipale, tesi avvalorata dalla presenza di uno scrigno posto ai suoi piedi.
Scior Carera: ci osserva sempre
Discordanze sull’identità a parte sono tutti d’accordo nell’affermare che la testa dell’altorilievo sia di epoca posteriore, la capigliatura infatti non rispecchia i canoni della scultura romana. L’opera venne riutilizzata per dedicare un monumento ad Aldemanno, l’arcivescovo di Milano dal 948 al 953.
Esistono una serie di documenti che aiutano a ricostruire le diverse collocazioni nella città del Scior Carera nel corso del tempo. Nel 1197 si trovava presso l’ormai scomparsa chiesa di San Giorgio al Pozzo Bianco che sorgeva all’inizio dell’attuale via San Pietro all’Orto. Una citazione del cronachista milanese Galvano Fiamma la colloca nella stessa posizione all’inizio del XIV secolo.
Nel XVII secolo venne spostata di fronte alla chiesa di Santa Maria dei Serviti, l’attuale San Carlo al Corso. Nel 1832 Scior Carera venne messo su un piedistallo perché durante il dominio austriaco diventò portavoce silente del malcontento del popolo. Come ricorda l’epigrafe posta sotto la statua “fu per Milano quello che per Roma era la statua di Pasquino”.
Il popolo per protestare contro le autorità usava apporre quasi quotidianamente ai suoi piedi o intorno al collo satire ed epigrammi. Secondo la tradizione il 1° gennaio 1848 venne apposto sulla statua il manifesto per lo sciopero del fumo che innescò la scintilla delle Cinque Giornate di Milano.
Scior Carera venne posizionato nel luogo attuale intorno al 1950 dopo una risistemazione di Corso Vittorio Emanuele II.