Sono alla Pinacoteca Ambrosiana, nell’ambiente suggestivo dell'”Aula Leonardi”: qui spicca un affresco di grande impatto, realizzato da Bernardino Luini, uno dei più brillanti seguaci di Leonardo da Vinci.
Il tema dell’opera è evidenziato da un cartiglio sopra la parte centrale, che recita “Caput regis gloriae spinis coronatur“: il capo del re della gloria è coronato di spine.
La scena è divisa in tre parti distinte. Al centro, troviamo Cristo seduto su una sorta di trono, avvolto in un mantello rosso e con una canna in mano, quasi a simboleggiare uno scettro; i suoi polsi sono legati da una corda e sulla testa indossa una corona di spine.
Attorno a lui, alcuni individui lo insultano e deridono, mentre due di loro, più vicini, sembrano cercare di premere sulle spine della corona per farle penetrare più profondamente nella sua carne. Questa scena di scherno è accompagnata da una citazione sul secondo gradino, purtroppo incompleta, che si riferisce al Salmo 21, il quale dice: “tutti coloro che mi hanno visto, si sono messi a deridermi”.
Incoronazione di spine, il mistero di Pasqua
Nei due scomparti laterali sono raffigurati i dodici membri della Confraternita di Santa Corona, committenti dell’affresco, sei per parte, in ginocchio e avvolti in pesanti mantelli neri. Originariamente, quest’aula era la sala capitolare di una confraternita dedicata alla Santa Corona di Cristo, impegnata in opere di assistenza.
Sullo sfondo, da un lato si vede Giuseppe d’Arimatea che chiede a Pilato il corpo di Gesù e successivamente pregando davanti al sepolcro, mentre nell’altro lato c’è l’angelo del mattino di Pasqua che annuncia alle donne la risurrezione.
L’affresco, nel suo insieme, narra il mistero pasquale: al centro il giorno della passione e della morte, rappresentato simbolicamente dall’incoronazione di spine; poi, a destra, il giorno della sepoltura; infine, a sinistra, la mattina di Pasqua con l’annuncio della risurrezione.