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Il Cenacolo Vinciano: l’Ultima Cena di Leonardo tra genio e fragilità

L’arte di Leonardo da Vinci è sempre stata un punto di riferimento per l’evoluzione culturale e artistica dell’umanità. Il Cenacolo Vinciano, conosciuto anche come l’Ultima Cena, spicca tra le sue opere per la sua complessità tecnica e la profondità simbolica.

Realizzata tra il 1494 e il 1498 nel refettorio del convento di Santa Maria delle Grazie a Milano, quest’opera rappresenta uno dei momenti più cruciali della cristianità: l’annuncio del tradimento di Giuda da parte di Gesù. Ma dietro la sua maestosità si nasconde una lunga storia di deterioramento e tentativi di restauro, che lo hanno trasformato in uno degli esempi più emblematici di fragilità artistica.

Uno degli aspetti che rendono il Cenacolo Vinciano un’opera unica nel suo genere è la tecnica con cui è stato realizzato. Contrariamente agli affreschi tradizionali, Leonardo scelse di lavorare “a secco”, mescolando tempera grassa su un intonaco preparato con una base di carbonato di calcio e magnesio. Questa scelta gli permise di avere maggiore libertà creativa, dato che poteva intervenire sulle figure con ripensamenti e modifiche continue.

Tuttavia, questa tecnica si rivelò presto problematica: già pochi anni dopo la sua conclusione, l’opera cominciava a mostrare segni di deterioramento. Le cause principali furono l’umidità e la vicinanza delle cucine del convento, che causarono sbalzi di temperatura e condensa sulla parete.

Sin dai primi decenni dopo il completamento, il Cenacolo iniziò a perdere la sua vividezza cromatica, e le figure cominciarono a sfumare. Nel corso dei secoli, numerosi furono i tentativi di restaurarlo, alcuni dei quali purtroppo peggiorarono la situazione. Le varie tecniche di riparazione, che includevano l’applicazione di strati di colle, resine e cera, si rivelarono dannose, contribuendo alla progressiva disintegrazione dell’opera.

Uno dei momenti più critici si verificò durante la Seconda Guerra Mondiale, quando un bombardamento distrusse gran parte del refettorio. Solo grazie a misure straordinarie di protezione, il Cenacolo riuscì a sopravvivere, ma fu esposto per giorni agli agenti atmosferici.

Cenacolo Vinciano: un Patrimonio dell’Umanità UNESCO

Tra i restauri più significativi vi è quello condotto dal 1978 al 1999, uno dei più lunghi e complessi nella storia dell’arte, che coinvolse scienziati e critici d’arte di fama internazionale. Durante i lavori, emersero particolari nascosti, come il foro per il chiodo utilizzato da Leonardo per tracciare la prospettiva e i piedi degli apostoli sotto il tavolo.

Nonostante il suo stato compromesso, il Cenacolo Vinciano continua ad incantare i visitatori per la sua composizione magistrale e per la capacità di Leonardo di trasmettere i “moti dell’animo”. Ogni apostolo reagisce in modo diverso alla drammatica rivelazione di Gesù: chi si allontana sconvolto, chi si avvicina incuriosito, chi discute con il compagno accanto. Il dinamismo delle espressioni e dei gesti degli apostoli crea una tensione emotiva palpabile, che fa di quest’opera un capolavoro senza tempo.

Nel 1980, il Cenacolo Vinciano e il complesso di Santa Maria delle Grazie sono stati dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Questo riconoscimento ha contribuito a rilanciare l’interesse per l’opera e a promuovere ulteriori misure di conservazione. Oggi, il Cenacolo è una delle attrazioni culturali più visitate in Italia, con centinaia di migliaia di turisti che ogni anno giungono a Milano per ammirare da vicino l’opera.

Il Cenacolo Vinciano è oggi un monumento non solo all’arte rinascimentale, ma anche alla resilienza del patrimonio culturale. La sua conservazione continua ad essere una sfida: recenti progetti mirano a migliorare il microclima del refettorio, con l’obiettivo di preservare l’opera per le generazioni future. Tuttavia, nonostante i moderni interventi, l’opera rimane fragile, e la sua fruizione è stata limitata a piccoli gruppi di visitatori per evitare ulteriori danni.

Il Cenacolo Vinciano rappresenta non solo un simbolo di genialità artistica, ma anche un monito sulla delicatezza del nostro patrimonio culturale. Salvaguardare opere come questa è un dovere collettivo, poiché esse raccontano non solo la storia dell’arte, ma anche quella della nostra umanità.

Cenacolo Vinciano - Leonardo Da Vinci. Foto di Rai Cultura
Cenacolo Vinciano – Leonardo Da Vinci. Foto di Rai Cultura
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