Ancora shopping? No, anche oggi niente. Nell’ultimo itinerario proposto, avevamo detto che avremmo ripreso la nostra escursione nei dintorni di corso Buenos Aires perchè, anche se può sembrare strano, ogni angolo, strada, traversa, ci racconta di una Milano che era.
Cominciamo leggeri, attraversando piazza Lima ed entrando in via Giorgio Juan: qui troviamo la Casa Museo Boschi-Di Stefano: già il palazzo merita uno sguardo attento. Progettato da Piero Portaluppi in stile art déco, la casa museo è stata inaugurata nel 2003 e qui possiamo ammirare una importante collezione d’arte italiana del Novecento.
Non distante se si ha un buon passo eccoci nella già citata via San Gregorio (per intenderci: siamo tornati su viale Tunisia ed abbiamo preso via Lecco). La chiesa omonima è del 1908 ma dall’altro lato della strada ecco un tratto di muro esterno del Lazzaretto con 6 finestre con forme rinascimentali.
Avviciniamoci lungo il corso principale verso porta Venezia, non prima però di aver ammirato all’angolo con via Palazzi un negozio davvero speciale: è un cappelleria, fondata nel 1888. Espone ancora (per fortuna!!) un’insegna in ferro battuto ed un bellissimo orologio. Fateci caso.
Attraversando invece dalla parte opposta, eccoci di fronte alla chiesa di San Francesca Romana: costruita dagli Agostiniani Scalzi tra la fine del 1600 e la prima metà del 1700 venne poi ampliata nel corso del XIX secolo.
Ma a questo punto dobbiamo proprio andare verso piazza Oberdan, passando, quasi obbligatoriamente (non per questioni di viabilità, ma per la voglia di bello!) per via Malpighi. Ora: se non avete mai sentito questo nome e non avete mai visto questa parte di città, non potete dire di conoscere Milano. E’ talmente tanto bello passare da qui che gli occhi non sapranno più da che parte girarsi nel tentativo di osservare tutto. Noi vi diamo qualche indicazione, come per esempio casa Guazzoni del 1905 con le sue decorazioni in ferro e cemento, casa Galimberti (1903) una delle più originali case liberty milanesi.
E cosa dire di quello che una volta erano i bagni Diana? Guardate bene tutto il palazzo per ritrovare le sensazione di un tempo.
Queste sono solo poche battute di quello che in questa zona potete osservare: vi basti pensare che, dall’altra parte della strada rispetto a dove siamo adesso (quindi attraversando piazza Oberdan) possiamo vedere quel che resta dell’albergo Diurno Venezia; anche sulla piazza è possibile notare qualche dettagli di quanto, sotto, ci ricorda come era un tempo la città.
E cosa dire poi dei bastioni che proprio qui mantengono una carattere simile a quando ci si passeggiava? Insomma, avete solo l’imbarazzo della scelta.
Aggiornamento al 22 settembre 2020: la via commerciale più lunga d’Europa, sta attraversando, come tutti, un momento complesso. Ne parla Mi-Tomorrow in dettaglio