Siamo a due passi dal parco di Trenno, non lontani dallo stadio di San Siro.
Una zona tranquilla, salvo durante le partite, che silenziosamente racconta a chi vuole ascoltare una storia lunga secoli, che va da Bernabò Visconti e la sua “Quarto Cagnino” a quando il Comune di Trenno ero ospitato in quello che oggi è un ristorante.
In questa parte della città, quasi allo scadere della zona arancione, una nuova presenza ha scaldato gli animi dei tanti giovani che hanno trovato sotto casa un nuovo locale.
Parlare oggi di aperture quando è tristemente noto che quasi ogni giorno un’attività dichiara di non farcela a riaprire, è non solo una bella notizia, ma una vera boccata d’ossigeno.
L’idea è venuta a due amici, della zona, Nicola e Massimo: con un passato tra Bar Magenta, Caffè Millennio e Bar Brera, dopo qualche mese chiusi in casa come tutti durante il lockdown, iniziano a pensare che nella zona dove abitano, c’è qualcosa da fare.
Nasce Green Bar
Trovano un locale chiuso per la pandemia e non intenzionato a riaprire, lavorano sodo per renderlo in linea con le loro idee ed i propri gusti e, forti dell’esperienza matura in tanti anni dietro ad un bancone, decidono di aprire un mese fa il Green Bar.
La sorpresa per i residenti è tanta: nonostante le tante restrizioni, la gente passa, si ferma, entra, prende il bicchiere ed esce a bere, rispettando le regole ancora in vigore. La voce gira, il quartiere è grande e soprattutto i giovani hanno voglia di vedersi davanti ad un aperitivo.
Ed è così che in pochi giorni il Green Bar “si fa il nome”: tutti vogliono passare a vedere com’è. Ci si rivede, si parla, si scherza e si sorride, anche se non ci si può sedere se non all’aperto: è troppa la voglia di sorridere.
Alcuni potrebbero definirla scommessa, ma forse è più giusto chiamarla lungimiranza. L’esperienza insegna, la capacità aiuta e, con una piccola dose di coraggio il Green Bar è una splendida realtà!
Via Cannizzaro angolo Fratelli Zoja, Milano
