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Longone al Segrino, a spasso nel tempo

Longone al Segrino, adagiato in una conca tra le colline moreniche è un comune della provincia di Como che conserva preziose tracce della sua storia antica. Il Segrino è il laghetto situato poco distante, che gli antichi pagani chiamavano Fonte Sacra, da cui deriva la sua denominazione

Diversi ritrovamenti archeologici fanno risalire le origini dell’abitato all’epoca celtica e altri reperti sono la testimonianza di un successivo insediamento romano. Seguirono le invasioni barbare degli Unni, degli Goti, dei Longobardi, dei Franchi e degli Ungari che portarono distruzione e morte. Gli abitanti della zona, per difendere se stessi e il territorio, cominciarono a costruire fortificazioni e castelli tra cui è rimasta la torre quadrata che oggi vediamo nel centro di Longone al Segrino.

Secondo alcune fonti storiche la torre risale al 990 e faceva parte di un vero e proprio castello di cui oggi non è rimasta alcuna traccia. Sotto gli Sforza il borgo entrò a far parte del feudo dei fratelli Missaglia per poi passare, nel 1697, a Tiberio Crivelli. Un secolo più tardi il castello venne acquistato da Giuseppe Tagliasecchi.

Tra il XVII e il XVIII secolo peste e carestie flagellarono il paese causando molte vittime tra la popolazione. Qualche decennio più tardi, quando la crescita demografica di Longone al Segrino tornò a crescere, vennero aperte delle filande per la produzione della seta, attività che impiegò buona parte della popolazione che, in questo modo, aveva di che vivere.

Quattro passi per Longone al Segrino

Tra gli edifici più antichi c’è la chiesa di San Fedele Martire nata dai resti di una chiesa facente parte della Pieve di Incino già nel XIII secolo. Diventò parrocchia nel 1519 e, nel corso del tempo, andò incontro ad alcuni interventi e ristrutturazioni che ne modificarono in parte l’aspetto. Quella che vediamo oggi è il risultato degli ultimi rimaneggiamenti risalenti al 1928.

A Longone al Segrino sono presenti inoltre diverse ville edificate tra fine ‘800 e inizio ‘900, fatte costruire da abbienti signori di Milano che qui venivano in villeggiatura. Tra queste poniamo l’attenzione sulla Villa di Beldosso con annessa una cappella gentilizia che custodisce immagini e dipinti provenienti dal Brasile e dall’Argentina. L’edificio è candidato al censimento dei luoghi del cuore del FAI. Votiamolo per salvarlo!

Longone al Segrino
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