venerdì,22 Novembre,2024
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Manerbio, un giro insolito ma ricco di storia

Manerbio, siamo nella provincia di Brescia, nella bassa, ad una trentina di chilometri da Cremona. Conosciuta come sede di diversi eventi tra cui i più noti sono il Manerbio Jazz Festival, la Storica 1000 miglia e il Raduno Nazionale delle Vespe.

Grazie al ritrovamento di diversi reperti archeologici è stato possibile ricostruire che Manerbio fosse già abitato in epoca molto antica, ovvero fin dal Neolitico, e che poi, in questo luogo, si stabilirono i popoli Celti a cui seguirono quelli romani. Ad ulteriore conferma di ciò è l’esistenza della strada consolare Brixiana che passava proprio di qua.

Intorno all’anno 1000 Manerbio, nata sul corso del fiume Mella, aveva una fortificazione che venne assediata e distrutta da Enrico IV e dalle successive battaglie tra guelfi e ghibellini nonché dall’esercito di Carlo I d’Angiò nel 1271. Sotto la Repubblica di Venezia il castello venne ricostruito e dotato di un castelletto di guardia sul corso del fiume e il borgo rimase sotto la sua giurisdizione.

Con la venuta di Napoleone Manerbio diventò il centro di riferimento dei comuni circostanti facendo capo ad un Vicario Maggiore che aveva potere giuridico, politico ed amministrativo. Durante le sanguinose battaglie di Solferino e San Martino diventò il principale centro di soccorso e ricovero.

Giriamo per Manerbio

Cosa c’è di interessante da vedere a Manerbio? Sicuramente il Palazzo Luzzago Di Bagno nato nel XVIII secolo dalla fusione di due edifici contigui dei primi del ‘600 entrambi costruiti dalla nobile famiglia dei Luzzago e poi diventato possedimento della famiglia Di Bagno. Molto bello il salone di rappresentanza ricco di affreschi e statue in stile neoclassico. Oggi è sede del Municipio ed ospita la biblioteca, il museo ed il teatro civico.

C’è poi la Torre Campanaria del Pizzafuoco alta circa 40 metri. Del XVII secolo è stata eretta anche grazie al contributo di tutti i cittadini e dei nobili.

A Manerbio si trova la struttura industriale più grande della Bassa Bresciana nata nel 1907 da un lanificio completamente riorganizzato e ampliato da Gaetano Marzotto. Tra il 1937 e il 1942 è stata realizzata una “città sociale”, un progetto urbanistico che ha coinvolto il centro e il territorio circostante in uno sviluppo razionalizzatore voluto dall’architetto Francesco Bonfanti dove oltre agli alloggi per gli operai e gli impiegati, le case per i dirigenti e le ville per i direttori sono stati creati anche cinema, piscina, campi da tennis, campi da bocce e così via.

Infine in via Boninsegna troviamo la parrocchia di San Lorenzo Martire del XVIII secolo costruita su un primo edificio del XII secolo. Al suo interno sono conservate la Deposizione di Giambattista Pittoni o alcune sculture del Calegari oltre a dei quadri del Moretto e del Trotti.

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