Tra la provincia di Bergamo e quella di Brescia si estende la Valle Camonica, una vallata di circa 90 chilometri che costeggia il lago d’Iseo e termina con il Passo del Tonale, il Passo dell’Aprica e il Passo del Gavia.
Nota come la Valle dei Segni conserva una dei più importanti complessi di rocce con incisioni preistoriche e protostoriche del mondo, tanto da essere riconosciuto Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO nel 1979.
Esistono 8 parchi d’arte rupestre localizzati in diverse zone della Valle (il Parco di Interesse Sovracomunale del lago di Moro, Luine e Monticolo a Darfo Boario Terme, dove si trova anche il Parco di Luine e il sito archeologico dei Corni Freschi, il Parco Archeologico di Asinino-Anvòia a Ossimo, la Riserva Naturale delle Incisioni Rupestri di Ceto, Cimbergo e Paspardo nelle località omonime.
C’è poi il Parco Nazionale delle Incisioni Rupestri a Capo di Ponte loc. Naquane, il Parco Archeologico Nazionale dei Massi di Cemmo sempre a Capo di Ponte così come il Parco Archeologico Comunale di Seradina – Bedolina, il Parco Comunale Archeologico e Minerario di Sellero nella località omonima e il Percorso Pluritematico del Coren delle Fate a Sonico in alta Valle).
Valle Camonica, la Valle dei Segni
Stiamo parlando di un patrimonio immenso, sono quasi 300 mila le incisioni catalogate fino a questo momento. Le opere sono la testimonianza del passaggio dell’uomo che si insediò nella Valle Camonica più di 10 mila anni fa e che lasciò il segno della sua presenza attraverso le incisioni rupestri.
I segni più antichi risalgono all’Epipaleolitco (X-VIII millennio a.C.) quando il ghiacciaio che copriva la Valle si ritirò e sono caratterizzati da animali di grandi dimensioni come cervi e alci che costituivano le prede di quel periodo, mentre quelli più recenti sono di epoca basso medievale con segni di concezione cristiana e laica. Gran parte delle incisioni sono state realizzate con la tecnica della martellina, le restanti attraverso il graffito.
Le incisioni della Valle Camonica dette anche pitoti (pupazzi, burattini) sono un patrimonio preziosissimo che intreccia l’arte alla storia, alla religione e ai sentimenti dell’umanità e che meritano senz’altro di essere visitate.