venerdì,22 Novembre,2024
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Azzone Visconti, dalle leggende a Giotto

Azzone Visconti. Non sorridete. Manca la “c”. E ad ogni modo non lo sarebbe stato.

Leggenda vuole che una vipera si sia fatta un giretto nel suo elmo, ma, incredibile, senza azzardarsi a morderlo. Miracolo e perciò degno di esser ricordato dall’araldica. Nasce così lo stemma del biscione, almeno secondo una delle tante leggende.

Tornando alla realtà Azzone Visconti nasce il 7 dicembre 1302 da babbo Galeazzo I e mamma Beatrice d’Este. Già nel ’28 si ritrova a capo della città e compra il titolo di Vicario Imperiale da Ludovico il Bavaro, così da prendere posizione contro il Vaticano come da tradizione viscontea.

Azzone Visconti, dalle leggende a Giotto

Quattro anni più tardi, nel 1332, al governo si aggiungo i due zii, Luchino e il vescovo Giovanni e in tre tagliano fuori il quarto zio, Lodrisio, che guarda un po’ non la prende proprio benissimo.

Il risultato è una pesante congiura che vede  tutti i rivoltosi  catturati ed imprigionati nel castello di Monza; tutti tranne Lodrisio sfuggito alla cattura e non contento ci riprova a capo di una banda di mercenari contro il triumvirato visconteo, ma niente da fare. Appare Sant’ Ambrogio a cavallo ed i mercenari scappano, ma forse a far paura era un infiammato Luchino. Lodrisio questa volta è preso e gli tocca la prigione a San Colombano al Lambro.

Azzone Visconti intanto esercita l’Europa al mecenatismo impossessandosi del broletto vecchio e trasformandolo nella sua reggia personale, costruendo il Palazzo Ducale e chiamando Giotto a decorarlo. Nel frattempo costruisce anche la chiesa del palazzo, intitolandola a San Gottardo, una scelta obbligata per lui che soffre di gotta.

Muore nel 1339 seppellito nella sua arca funebre, opera di Giovanni di Balduccio e ancora oggi incredibilmente al suo posto, nell’abside di San Gottardo in Corte.

Azzone Visconti
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