Caro amico ti scrivo, quando torni?

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Tre errori classici
Tre errori classici

Caro amico ti scrivo,

no, non devo distrarmi un po’. Ti scrivo perchè sono preoccupato. Ormai sono giorni che non ti fai vedere e non so più cosa pensare. E’ vero, sapevo che te ne saresti andato, ma ormai dovresti aver già fatto ritorno. Oggi è il 23 agosto e sono più quasi 4 settimane che non ho tue notizie. Sono anche venuto a cercarti: ho girato tutta Milano, da nord a sud, da est ad ovest ma niente.

Forse le mie sono preoccupazioni inutili, ma non so più cosa pensare. Così tanto tempo senza vederti è davvero molto, troppo strano. Era già capitato per carità: anche a luglio ricordo che in un paio di occasioni eri sparito, ma poi rieccoti di nuovo con me.

So che ti sembrerà strana questa mia lettera, soprattutto perchè so che non sempre ti tratto con i guanti. A dirla tutta, spesso e volentieri te ne dico di ogni colore, ma sai… non sempre quello che si dice lo si pensa. Va bene, va bene, a volte mi è anche capitato di pensarlo, ma in fondo ti sono affezionato. Ed è proprio in momenti come questi che mi rendo conto che la tua presenza è quasi rassicurante. Sapere che ci sei sempre, ogni volta che esco, che mi sposto, che vado… diventa quasi divertente poi cercare di evitarti.

Ad ogni modo non voglio annoiarti più di tanto e quindi qui di saluto. Spero solo che questa mia lettera ti faccia piacere e soprattutto di faccia tornare. Non vedo l’ora di poter uscire e poter gridare nuovamente:  “Che palle sto traffico!!”