Prima e dopo il coronavirus. Facile da scrivere oggi, difficile da capire cosa voglia veramente dire.
Il prima lo conosciamo tutti: sappiamo perfettamente come erano le nostre vite, le nostre abitudine, i nostri vizi prima che arrivasse questa enorme tegola sulle nostre teste.
Sappiamo anche come è il “durante”: lo stiamo vivendo ed ogni giorno che passa ci auguriamo tutti che sia uno degli ultimi, che da oggi qualcosa possa cambiare in meglio. Nessuno di noi però sa esattamente quando questo avverrà.
Ma tutti noi stiamo pensando al dopo, a quando finalmente sarà possibile tornare alla vecchia vita.
Ma è proprio questo il punto. Sarà davvero la nostro vecchia vita?
In periodi come questi le certezze scarseggiano: una però io personalmente ce l’ho. Sono certo del fatto che noi, italiani, avremo come già successo altre volte, gli attribuiti per riprenderci, per risorgere da questa disavventura e, rimboccate le maniche, cercheremo come sempre di uscirne.
Ma molte cose a mio avviso saranno diverse. Pensateci un attimo: dopo la guerra i nostri nonni hanno dovuto ricostruire, anche fisicamente un paese distrutto. Noi quando torneremo a mettere il naso fuori di casa, non troveremo le stesse macerie, ma un paese che volenti o nolenti si è spento. Dovremo riaccenderlo e per farlo forse, useremo modi diversi.
Già perchè se è vero, ed io personalmente ci credo molto, che ogni catastrofe, ogni disgrazia lascia segni profondi, è altrettanto vero che anche da queste situazioni si deve imparare qualche cosa.
Ed allora, con il cuore in gola e le lacrime agli occhi per quello che ogni giorno leggiamo sul giornale, cerchiamo di prendere anche quel poco di positivo che c’è. Capire che forse, alcune delle cose che facevamo “prima” possono essere riviste, rimodulate, cambiate in meglio.
Ricostruire non vuol dire per forza di cosa costruire uguale a prima. A volte, è meglio costruire qualcosa di nuovo, qualcosa che possa funzionare meglio, più in linea con quello che abbiamo imparato a nostre spese in questo inizio 2020 che certamente entrerà nei libri di storia. A noi il compito di far sì che le prossime generazioni, leggendo quei libri, siano orgogliosi per quello che saremo capaci di fare nel 1 anno Dopo Corona Virus.